I molluschi
Data: 11/07/2023,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... mutandine là di sotto?’. Una doccia fredda.
‘Io, non lo so’ – ribatto, eppure non riesco a proseguire.
‘Dev’essere terribile tutto quel vento che entra da sotto la gonna’ – prosegue lui con aria di sufficienza incalzando la dose.
‘Se non farai attenzione là sotto potrebbero formarsi delle stalattiti fra i peli’ – mentre continua a non guardarmi.
Questa volta il radicale imbarazzo e il lampante rossore mi stanno inghiottendo, giacché mi sono anche innervosita e sono piena d’ira:
‘Marcello, ascoltami, sei impertinente e presuntuoso. Credi che bisogna avere una bella faccia per poter dire quello che vuoi. Ritieni che un piatto d’ostriche possa trascinarmi nel tuo letto’.
Io sto mantenendo la calma con la voce, ma le parole sono forse troppo dure.
‘Non voglio portarti a letto Chiara. Sarai tu a condurmi nel letto’ – sottolinea penetrandomi nell’anima, visto che mi lascio andare in un riso incontrollato e visibilmente isterico:
‘Già, come no’.
In conclusione piomba il silenzio, io continuo a schiacciare la polpa del mollusco con la lingua contro il palato, mastico e ingoio lentamente, però comincio a sentirmi un’assassina, in quanto la mia gonna è bagnata. Lui mastica con la stessa lentezza osservandomi in silenzio, a volte scuote la testa e sorride, in quella contingenza lo odio profondamente, però al tempo stesso lo adoro per come gusta il cibo. Intanto che mi versa il vino con il suo sguardo ironico non riesco più a reprimere un gesto pensato da ...
... tempo: allungo il piede e con il tacco premo al centro del suo corpo fra le sue cosce. I suoi occhi sembrano un attimo perdersi, perché avverto che il suo corpo ha un sussulto, il mio volto adesso ha un ghigno:
‘Che cosa vorresti fare?’ – dice umiliandomi mentre guarda altrove, dato che adesso la calma m’ha abbandonato:
‘Si può sapere che cosa vuoi da me? M’inviti per cenare con te, eppure non te ne frega niente della mia compagnia. Sei così sicuro che io voglia portarti a letto? Questo è troppo, per chi m’hai preso?’.
Lui è ancora più calmo di prima:
‘Fin da quando t’ho sentito al telefono ho percepito nella tua voce la voglia di scopare. Eri sicura che l’avremmo fatto stanotte’ – sorseggiando frattanto il vino. Io deglutisco perché adesso ho una profonda avversione per il modo in cui m’ha capito smascherandomi:
‘Non è forse così?’ – chiedo piano con lo sguardo basso.
Là di fuori il vento ha cessato di soffiare, nessun rumore a parte i nostri respiri, il mio è decisamente affannato, nervoso e scattante, il suo viceversa è calmo e implacabile, giacché forse e pe questo motivo che fa nascere in me l’agitazione, l’ansia e la rabbia insieme. La sua voce adesso è bassa e soave:
‘Siediti sul tavolo Chiara’.
Io eseguo non esigendo altro, con le natiche cerco di trovare un punto non occupato dai vassoi e dalle stoviglie, le mani sono poggiate sul legno, il mio petto ansima, perché inizio a sentire caldo:
‘Hai ragione’ – ...