1. I molluschi


    Data: 11/07/2023, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... corvo. All’improvviso mi guardo e mi faccio schifo, sono tentata d’andarmene via, però arrivo a destinazione, la porta &egrave socchiusa, la scosto ancora un po’ e arriva lui raggiante che m’accoglie:
    
    ‘Ho fatto veramente bene a invitarti, sei splendida’ – dice. Un colpo basso evidentemente, io di sicuro sto quasi arrossendo, però forse lui non lo nota, in quanto le mie guance sono ancora rosse per il freddo:
    
    ‘Dai, vieni, accomodati’ – m’invita con una mano scacciando rapidamente quell’imbarazzo che ha fatto nascere.
    
    La sua voce stasera &egrave più intrigante, forse perché ha assunto un tono sconosciuto fra l’espressione divertita e quella ironica. In mano io reggo una bottiglia d’un Merlot di Sicilia d’ottima annata, perché l’ho conservato per le occasioni speciali, lui m’invita di collocarlo sul ripiano della cucina. Mi guardo intorno, &egrave davvero un arredamento di gusto com’era facile immaginare. Pochi mobili popolano le camere ampie, un pianoforte a coda occupa il centro del salone, accanto c’&egrave un piccolissimo tavolo rotondo con due sedie. Penso che non deve amare molto la compagnia, infatti non ci sono altri tavoli fuorché questo:
    
    ‘Hai già cucinato?’ – gli chiedo. Lui mi guarda serio e m’annuncia:
    
    ‘Sì, non mi piace far aspettare le mia ospite. Puoi già sederti’.
    
    Che tipo strampalato però penso io, un attimo prima &egrave cordiale e divertito, subito dopo diventa quasi maleducato e a tratti scontroso, sennonché mi siedo ed ...
    ... esclamo:
    
    ‘Peccato, sarebbe stato interessante guardarti mentre cucinavi’.
    
    Lui occupato ad aprire il vino si volta lentamente e mi guarda. In quella circostanza lo osservo anch’io socchiudendo lentamente le ciglia cercando di rimediare:
    
    ‘Dicevo poc’anzi nel senso che vorrei rubarti qualche ricetta’ – ripeto io imbarazzata.
    
    Neanche questa volta mi risponde, poggia il vino sul tavolo, si siede e m’osserva con lo stesso sorriso trionfante di prima sollevando il coperchio d’un vassoio. All’interno ci sono una ventina d’ostriche, in seguito ne solleva un altro e anche in questo una ventina d’ostriche gratinate, mentre in un contenitore in terra cotta compare una zuppa d’ostriche già sgusciate:
    
    ‘Prego, serviti, inizia pure da dove vuoi’ – m’invita scrutandomi con gli occhi.
    
    ‘Vediamo, sembrano tutti molto buoni’.
    
    Io osservo i vassoi e prendo un’ostrica che profuma ancora di mare, la poggio sul piatto e con lo sguardo cerco le posate ma non le trovo:
    
    ‘Non ci sono, perché devi mangiare senza posate’ – sostiene lui senza guardarmi.
    
    ‘Che significa?’ – chiedo io piuttosto stupita.
    
    ‘Significa che voglio guardarti mentre con le labbra succhi la polpa’ – risponde, nel momento in cui alza lo sguardo distaccato verso di me.
    
    Io non dico niente, porto l’ostrica alle labbra e comincio a succhiare, lui non mi guarda, in quell’istante comincio a odiarlo:
    
    ‘Fuori fa freddo?’ – mi chiede all’improvviso.
    
    ‘Oddio, sì, da morire’ – rispondo lestamente io.
    
    ‘Allora perché non hai le ...
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