1. Sfumati ricordi


    Data: 09/07/2023, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... tutto fosse rimasto ancora intatto, come quando si erano conosciuti là dentro tanti anni prima.
    
    Attualmente stanno osservando insieme quegli ambienti, giacché per entrambi &egrave una profonda emozione attraversare ricalcando quei pavimenti e rivedere quei piccoli banchi con quelle piccole seggiole dopo così tanto tempo, lei &egrave in sostanza incastrata tra la sedia e il banco, lui le dice di seguirla aiutandola a liberarsi per sgusciare via dalla situazione. Alla fine arrivano nell’aula dov’era lui, &egrave anche lui si siede in quello che era il suo banco, riesce a malapena a sedersi in una delle ultime sedie e cerca di sistemarsi il banco in pratica sulle ginocchia tanto gli &egrave piccolo. Lei ride e assiste rallegrata alle sue inusuali contorsioni seduta sul bordo della cattedra, poi quando riesce a sistemarsi cerca d’assumere l’aria di diligente e d’ubbidiente bambino e lei quello della maestra. Lei si siede un po’ di traverso, lascia un piede a terra e alza l’altra, mentre la minigonna si ritira un poco:
    
    ‘Beh, adesso sì che ci siamo. Se quando mi trovavo qui la mia maestra fosse stata così, ne avremmo in ultimo visto delle belle’.
    
    Lei diventa ironica e più mordace, posa una mano sulla gamba e con l’altra abbassa una spallina stuzzicandolo:
    
    ‘Io non ci avrei fatto caso, all’epoca ero in effetti troppo piccolo’.
    
    Lui si mette a ridere, scoppia a gioire pure lei, salta giù e gira intorno alla cattedra, poggia le mani sulla scrivania impolverata, s’inclina ...
    ... in avanti, in modo che la canottiera mostri la morbida curva tra i seni e con voce bassa lo sollecita punzecchiandolo:
    
    ‘E adesso? Dimmi, la vorresti una maestra così?’.
    
    Vede che lui la fissa, il banco &egrave arretrato e non la vede bene, così approfitta della sua attenzione particolare e con un movimento veloce si volta, afferra dalla lavagna un cancellino sporgo di gesso e glielo tira però mancandolo. Lui per evitare il tiro fa un movimento troppo brusco e cade con un grande fracasso per terra incastrato tra il banco e la sedia, lei inizia a irriderlo, ma quando lui riesce a divincolarsi pensa sia meglio scappare. Lui corre alla lavagna, fa raccolta dei rimanenti cancellini e s’assicura che siano più polverosi e sporchi possibile, poi si lancia all’inseguimento dove il corridoio &egrave deserto. Lui si muove leggero e silenzioso come un gatto, ma quando spalanca la porta della prima aula la vede balzare fuori da quella successiva e correre. Lui l’insegue, lei s’intrufola nell’ultima aula del corridoio di fronte a lui e prima che riesca a chiudergli la porta in faccia, lui le scaglia addosso i cancellini in rapida e micidiale successione. Il primo colpisce la porta, lei la riapre per arrendersi, ma lui non se lo aspettava, così i successivi due proiettili la colpiscono in pieno, il primo sulla pancia e mentre si gira di spalle, il terzo la colpisce sul sedere:
    
    ‘Sei scemo per caso?’ – sbotta lei.
    
    Lei giustamente lo appella con tutto quello che le viene in mente e ...
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