1. Sfumati ricordi


    Data: 09/07/2023, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ‘Ecco la scuola, però che strano effetto che avverto addosso’ – esclama lei vivacemente in maniera insolita.
    
    ‘E’ aperta?’ – chiede lui interessato.
    
    ‘Vediamo, non saprei. Entriamo?’ – dice lei incuriosita per l’occasione.
    
    ‘Sì, dai, siamo qui per questo motivo’ – approva lui attratto animosamente allo stesso modo.
    
    Prima d’oltrepassare il cancello entrambi si guardano bene intorno ispezionando che non li noti nessuno, poi furtivamente s’infilano nel giardinetto e in ultimo sono sotto il portico, fanno sosta davanti alla porta, infine provano la maniglia e vedono che incredibilmente s’apre. In un attimo lui spalanca la porta, lei sguscia dentro, lui la richiude alle loro spalle, tirano ambedue un sospiro e si guardano attorno meravigliati. E’ il primo pomeriggio, le grandi vetrate che s’affacciano sul giardino lasciano entrare molta luce e le finestre al piano di sopra fanno passare l’aria. Non fa freddo, all’opposto, c’&egrave un piacevole tepore ventilato, i due si guardano, sorridono complici, innocenti e felici. Ancora una rapida occhiata all’androne, poi su per la scala fino al primo piano, quello delle aule. In cima alla scala, appena entrati nel corridoio c’&egrave una grande finestra, con cautela s’avvicinano, non s’affacciano per non attirare ulteriormente l’attenzione, però adocchiano che la strada &egrave vuota quasi quanto la scuola, in fondo chi penserebbe mai di guardare su. Sul lungo corridoio invaso dal sole s’affacciano le porte delle aule, lei ne ...
    ... cerca una e quando la trova lo chiama, attratta e visibilmente incantata davanti a una delle piastrelle appese alla parete e quando la raggiunge lei in maniera radiosa prontamente gli annuncia:
    
    ‘Vedi, la mia aula era questa qua’ – mentre lo agguanta per mano ed entrano dentro.
    
    Lei ispeziona i banchi, scende tra le file fino quasi a metà dell’aula e si siede, o meglio ci prova, perché adesso &egrave buffa e alquanto palesemente scomoda accomodata su quella seggiola diventata oramai troppo piccola, visto che le sue lunghe gambe sottili entrano a fatica sotto il banco e nel contempo ride divertita:
    
    ‘Vedi quello là in fondo? Era il mio banco, ma sono passati più di vent’anni, si vede che non ci sto più’.
    
    Lui le riferisce che lungo il corridoio ha ritrovato una delle piastrelle di ceramica, che aveva peraltro dipinto quando più di vent’anni prima pure lui aveva frequentato le aule delle elementari in quella scuola. E’ stato un caso trovare i cancelli e le porte della vecchia scuola aperta, ormai sono diversi anni che il Comune l’ha chiusa, anzi, per fortuna non hanno ancora rimosso né spostato nulla, forse per pigrizia, o forse per semplice disinteresse e loro sono senz’altro molto contenti. Sul giornale locale, qualche giorno prima, avevano letto le notizie dell’imminente demolizione decisa dal Comune ma non ancora deliberata, loro due per l’occorrenza avevano voluto fare un’ispezione per vedere com’era rimasto, perché la curiosità e il desiderio di sapere era tanto se ...
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