1. La taverna (parte 1)


    Data: 06/07/2023, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti

    ... sedile posteriore, una bellissima bionda, anch’essa elegante, che stava telefonando mentre i loro sguardi si incontrarono nel momento in cui lei stava per entrare nel locale.
    
    Viola ebbe la sensazione che le stesse sorridendo mentre, guardandola, staccava soddisfatta il telefono dall’orecchio.
    
    La donna in auto disse all’autista di accelerare e di proseguire. Nel fare questo il fruscio delle gambe prima accavallate e poi leggermente allargate, attirò l’attenzione dell’uomo che, dallo specchietto, la stava ammirando.
    
    Lei sapeva che lui la “spiava” e, per questo, effettuava i suoi movimenti sensuali solo quando aveva la certezza che lui avrebbe potuto osservarla dallo specchietto retrovisore.
    
    Viola entrò.
    
    Il locale era una in realtà una taverna.
    
    Al suo interno c’erano solo 2 persone e l’oste.
    
    Lei era conscia della sua classe e bellezza e subito si sentì fuori luogo in quel locale.
    
    Come accade nei locali poco frequentati, ogni porta aperta per fare entrare qualcuno attira l'attenzione dei presenti, quale novità che potrebbe distrarre dalla noia di un locale poco gioioso.
    
    Ebbe anche l’irrazionale sensazione che, addirittura, si fosse fermata la musica tanto venne colpita da quell’ambiente così lontano dal suo. La musica le sembrò riprendere quando la porta si chiuse alle sue ...
    ... spalle.
    
    Lo stomaco, la testa, il petto, le gambe, tutto le stava mandando segnali quando si diresse al bancone per chiedere di poter fare quella cazzo di telefonata.
    
    La musica le sembrò nuovamente che si fosse fermata.
    
    No, questa volta si era fermata davvero.
    
    Cazzo!
    
    Stava guardando l’oste quando sentì il tipico rumore della serratura girata proveniente dalla porta di ingresso.
    
    Si voltò ed uno degli avventori si stava recando nuovamente al suo tavolo.
    
    Lei corse alla porta e, ovviamente, la trovò chiusa.
    
    Il cuore le sembrava uscisse dalla testa, dagli occhi, dalla bocca che non riusciva a parlare mentre inutilmente agiva su quella maniglia.
    
    Nessuno parlava all’interno. Nessuno nemmeno la stava guardando e questo la disorientava ancor di più.
    
    Cercò di uscire dall’altra porta, quella che sembrava portasse nel retro.
    
    Chiusa. Quando l’avevano chiusa? Non se ne era accorta.
    
    Lei si muoveva in quel locale con aria disperata, chiedendo cosa stesse accadendo e tradendo, così, la sua naturale ansia e paura, se non addirittura terrore.
    
    La calma ed il silenzio degli uomini che sembravano non accorgersi di lei, le diede il coraggio, o la disperazione, di chiedere aiuto.
    
    Cercò l’attenzione dell’uomo verso il quale si diresse, ma ebbe paura quando la trovò nel suo sguardo.
    
    “Taci, puttana”. 
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