La taverna (parte 1)
Data: 06/07/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti
Le lacrime bagnavano il bel viso di Viola al termine di quella notte insonne.
La sua mente era ancora piena di quanto accaduto. Lo stomaco era in subbuglio e non aveva avuto modo di pensare.
Pensare a cosa?
Non avrebbe potuto, avvolta da quelle sensazioni di impotenza, di tensione alla bocca dello stomaco, di battito a mille del cuore impazzito per quanto stava provando.
Viola era legata.
Il suo bel corpo segnato.
Lei non se li poteva vedere ma quei segni li sentiva, li sentiva dentro prima ancora che sulla sua pelle diafana.
Quei segni le erano entrati sottopelle e l’avevano scavata dentro dopo le sensazioni provate.
Il suo busto era appoggiato al tavolo. Le caviglie legate larghe alle gambe del mobile. Il dolore della posizione era ormai parte di lei, parte di quella notte e della sua anima.
Il viso era al bordo del tavolo ed i polsi anch'essi legati.
Era esposta in ogni parte di lei: bocca, culo e figa.
Tutto era esposto. Anche l’anima e quel formicolio allo stomaco che le saliva ed entrava prepotentemente nella testa e da qui, dopo avere girato ogni lato deputato alle sensazioni, nuovamente scendeva.
Le lacrime bagnavano il bel viso di Viola al termine di quella notte insonne, usata da tre sconosciuti.
* * *
Alcune ore prima, mille anni addietro, Viola si stava preparando per uscire.
Marzio, il suo compagno, la guardava e la trovava meravigliosa.
Li separavano quasi 15 anni e la bellezza che caratterizzava quella donna di ...
... 34 anni, esibizionista, capricciosa, mutevole, esigente, sensibile al sesso fantasioso, peccaminoso, viziosa ma anche viziata, fragile.
Qualsiasi vestito avesse indossato ne avrebbe evidenziata la classe, l’eleganza, la sensualità.
L’abito scelto per la serata sottolineava le sue forme ma anche il suo portamento aristocratico, tipico delle donne di classe.
Marzio sorrise nel sentirsi il ben noto formicolio all’inguine. Avevano intrapreso la convivenza da tempo e lui non riusciva a non eccitarsi anche solo a stare con lei nella stessa stanza, o durante un qualsiasi conversazione che lei riusciva ad arricchire con parole scelte che coloravano i dialoghi.
Viola uscì di corsa.
Era sempre in ritardo. Non ce l’avrebbe mai fatta ad essere puntuale.
Prese la borsetta e scappò verso l’auto.
Era già buio e in quella parte di strada c’erano sempre poche auto.
Proprio in quel pezzo la sua si fermò.
Il cellulare!!!
Maledizione non riusciva a trovarlo. Le doveva essere caduto quando Marzio le aveva maldestramente consegnato la borsetta.
Avrebbe dovuto fare una telefonata per chiamare il compagno e si fermò in corrispondenza di un locale pubblico in quella strada a lei poco nota.
Con il suo abito da sera e le scarpe che la elevavano di 12 centimetri, si diresse verso il locale.
Stava per entrare e si volse verso la strada, attirata da un’auto che aveva rallentato la sua corsa mentre passava lì davanti.
La luce del lampione le fece intravedere, sul ...