Le mie storie (104) 2ª parte - Racconti Erotici

Le mie storie (104) 2ª parte

... gonna cosa che fa immediatamente, poi mi siedo e dopo essermi tolta la maglietta mi viene incontro per un bacio che io contraccambio felice, ma non appena mi prende una delle due tettone, con un’agilità inaspettata scappo in bagno ricordandogli che siamo appena arrivati, che abbiamo tanto tempo e che soprattutto siamo ad Amsterdam. Quando esco dalla doccia lo trovo in mutande a guardare la televisione, mentre mi asciugo seduta poco più avanti rispetto a lui, me lo ritrovo da dietro in ginocchio che con le mani mi massaggia le spalle ma poco dopo mi fa capire il suo stato appoggiando l’uccello dietro la mia schiena. Capisco che come al solito è un maschietto arrapato, così mi giro e dopo averglielo preso in mano, mi chino per fargli un pompino. Mentre alterno mani e bocca, mi faccio promettere che dopo si vestirà per uscire, tra un sospiro ed un altro mi dice di sì, ed io continuo il lavoretto. Il suo uccello è bello diritto e lungo, con la lingua gli lecco tutta l’asta mentre lui mi apre l’asciugamano che ho messo intorno ed incomincia a palparmi da sotto le tette. Quando si piega sulle braccia, capisco che sta per venire, un ultimo affondo con le labbra, poi la mano sinistra (sono mancina) aumenta il ritmo fin quando non esplode, fortunatamente quasi del tutto sulla sua pancia. Lui scompare in bagno, io posso finalmente vestirmi. Sono circa le 7 di sera, è pieno giorno ma fa freschetto, così indosso un vestitino primaverile sotto il quale metto le autoreggenti ed un ...

... reggiseno a balconcino. Finalmente scendiamo a fare una passeggiata, in 5 minuti siamo in piazza dam, ci sediamo a fare un aperitivo per poi decidere dove andare a cenare. Quel breve intermezzo piccante mi ha svegliato l’ormone, così quando ci sediamo nel ristorante (scelto sul cellulare), comincio a fare un poco la stupida con l’intento di stuzzicarlo. Anche se in maniera non proprio sensuale (ahimè non lo sono e non lo sarò mai), mi tiro su il vestitino in modo da mostrare le autoreggenti; un paio di tavoli più lontano vedo che un ragazzo se ne accorge, ma Massimo non si arrabbia anzi mostra gradire la cosa. Mentre ceniamo decide di fare una scommessa, chiedendomi di andare in bagno per vedere se “il guardone” mi segue; lo assecondo, passo davanti al tavolo dove di spalle c’è anche la sua ragazza (immagino), poi arrivo alla toilette e mi do una sciacquata. Aspetto qualche minuto e torno in sala, sicura di aver vinto la scommessa; finita la cena, Massimo si alza per andare a pagare e appena si allontana, mi vedo venire contro questo tizio che sorridente mi lascia il suo biglietto con un numero di telefono ed il nome di un hotel. Stupita, non so se riferire al mio compagno ciò che è accaduto, poi scelgo di tenerlo momentaneamente per me. Sulla strada del ritorno, mentre mi cinge le spalle, mi confessa che l’ho fatto dannatamente eccitare, tutto sommato quello era il mio intento. Arriviamo nel piccolo corridoio buio della nostra stanza, mi dice di non accendere la luce, mi appoggia al ...