1. Animali fantastici 1 - nel magazzino


    Data: 28/06/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: Seligman, Fonte: Annunci69

    È una bella giornata di aprile, c’è un sole caldo che invita a uscire di casa e, poiché amo molto camminare, decido di fare una lunga passeggiata distensiva dirigendomi verso il centro. Quando sono in giro, i miei sensi sono sempre all’erta e ogni maschio che passa, tra i 20 e 60 anni, lo esamino per valutare il suo “coefficiente di virilità”. Detto in termini meno eleganti, lo squadro per capire se mi piacerebbe fare sesso con lui, se mi andrebbe di succhiarglielo e di scopare. È un gioco che mi diverte molto e mi mantiene eccitato.
    
    Continuo la mia marcia predatoria per venti minuti abbondanti – ho già classificato una decina di uomini che mi sarei fatto più che volentieri – quando mi imbatto in un ingorgo che blocca il traffico e rende quasi impossibile attraversare la strada. I clacson suonano all’impazzata e da dentro le auto si sentono i conducenti imprecare per il rallentamento. «Quanto testosterone sprecato!», sorrido tra me e me.
    
    A bordo di un furgone noto un ragazzo sulla trentina, moro e con una eccitante barbetta di tre giorni, che ha l’aria incazzata, lo sguardo scuro e la mascella serrata dal nervosismo. È proprio un bel manzo arrapante e lo aggiungo subito tra coloro che mi farei al volo. Mentre sono in preda alle mie fantasie il tipo si volta verso di me, si accorge che lo sto fissando e con tono aggressivo mi chiede: «Hai un problema?».
    
    Io ho la prontezza di spirito di rispondergli immediatamente: «Più di uno. E tu?».
    
    «Anch’io. Perché mi ...
    ... fissavi?», mi chiede sempre un po’ aggressivo.
    
    «Ti sbagli, non ti fissavo.», mi difendo.
    
    «Io invece credo che tu mi fissavi come fissano i froci quando hanno voglia di cazzo».
    
    «E se anche fosse?», lo provoco.
    
    «Farmi spompinare è uno dei miei hobby preferiti. Hai voglia?», risponde a bruciapelo. «Sempre», gli rispondo.
    
    «Allora sali in fretta», mi fa con autorità.
    
    Sono sbigottito per questa svolta improvvisa, ma non me lo faccio ripetere due volte e salto sul furgone. Lui si volta con un mezzo sorriso ironico. Lo squadro dalla testa ai piedi: è proprio arrapante.
    
    «Dove andiamo?», gli chiedo.
    
    «Devo scaricare in un magazzino qui vicino, lì possiamo stare tranquilli, non c’è nessuno».
    
    «Bene».
    
    Finalmente l’ingorgo si sblocca e il furgone riprende la marcia. Durante il percorso noto che si aggiusta il pacco più volte, deve essere eccitato perché il rigonfiamento si fa via via più evidente.
    
    «Ho voglia di sborrare – mi fa – è tre giorni che non vengo».
    
    «Capisco», gli dico con fare comprensivo.
    
    Sono eccitato ed elettrizzato. Arriviamo in una zona periferica, il tipo si ferma davanti all’ingresso di un magazzino e apre il portone con il telecomando. Entriamo e scendiamo dall’automezzo.
    
    «Seguimi», mi dice.
    
    Ci dirigiamo verso un locale adibito a ufficio. Dentro ci sono una scrivania, un computer, una grossa stampante e un paio di sedie. Per terra sono appoggiate alcune scatole di legno. Il tipo si spoglia in fretta senza dire una parola: slaccia le ...
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