1. Monica e Mistress Chanel


    Data: 31/07/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Lesbo Autore: Serena, Fonte: RaccontiMilu

    ... all’orgasmo, e mi lasciai andare. “Mm si come godo, cazzo è bellissimo.” dissi senza pensare alle conseguenze. Chanel fu quasi un fulmine nel togliermi il dildo dalla fica, per poi colpirla con una paio di schiaffi, questi sì dati per far male. “Allora non ci siamo capite piccola troia.” mi disse facendomi nuovamente sentire lo stimolatore contro la passera “Se provi a venire ti ridurrò il culo in modo che tu non possa sederti per almeno un paio di giorni.” Non riuscii a risponderle concentrata com’ero nel bloccarmi il picco del piacere, e sopportai in silenzio la sua tortura. Chanel non si limitò ad usare quello strano dildo, ma per farmi soffrire il più possibile, ogni tanto mi passava la lingua sulla fica, o mi penetrava usando almeno tre dita. Persi completamente la concezione del tempo, per ritrovarmi a piangere con lei vicino che ridacchiava del mio dolore. Compresi in quel momento che m’aveva completamente annullata come donna, e che per l’orgasmo non era più la massima forma del piacere, ma solo la fine della mia sofferenza. “Bene ora posso darti cioè che vuoi, ma tanto per cambiare faremo a modo mio.” Chanel mi liberò i polsi, quindi prese un grosso fallo che fissò al pavimento tramite una strana ventosa, ed infine riprese in mano il ...
    ... flogger che aveva usato poco prima. “Cos’aspetti a infilarti quel cazzo nella fica ? Vuoi per caso l’invito ?” mi disse con un tono a dir poco sarcastico. Come un’automa m’inginocchiai sopra il fallo, per poi farlo scivolare dentro la mia passera, che l’accolse come una liberazione. Non appena iniziai a muovermi come per cavalcare quel finto pene, lei mi colpì sul seno col flogger, per poi continuare a frustarmi prendendo di mira anche il sedere, e di striscio la passera. Il dolore dei suoi colpi però quasi non intaccò il mio piacere, che fu breve nel senso che impiegai poco ad avere l’orgasmo, ma intenso come non mai, tanto da lasciarmi a lungo accasciata per terra. “Rivestiti.” mi disse quasi bruscamente quando il mio respiro ritornò ad un ritmo normale. Presi ciò che avevo indossato la mattina, e mi vestii in silenzio, anche perché non avevo la minima idea su cosa potessi dire. Pagai quanto pattuito e mi diressi verso la macchina, con in testa le sue ultime parole che non sapevo se prendere come una promessa o una minaccia. “La prossima volta che torni ti rompo tanto il culo da farti pentire di non averlo usato prima.”
    
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