1. LA PRIMA VOLTA


    Data: 22/06/2023, Categorie: Hardcore, Prime Esperienze Tabù Autore: DestinoItalia, Fonte: xHamster

    ... guardassero dal basso verso l’alto.
    
    Come ironia della sorte vuole, seppure mi piovessero addosso cazzi da ogni dove, proprio quel giorno, che ne avevo una voglia incredibile, non ve n’era l’ombra.
    
    Al primo fuggitivo colpo d’occhio, che avevo dato ancor prima di attraccare, mi sembrò che l’età media della clientela si aggirasse sui settanta, il che mi lasciava desumere che ci fosse ben poco di duro.
    
    Mi girai, comunque soddisfatta, almeno parzialmente, nella mia intima e femminile esigenza di esibizionismo, cercando di scrutare le reazioni di coloro cui avevo donato eccitazione e fantasie … su di me.
    
    Mi diressi verso la doccia, sculettando, chiedendomi se, prima o poi, sarebbe giunto il momento in cui avrei incontrato il mio cazzo, quello creato per me … e sentii chiamare il mio nome.
    
    Sentii quella voce, inconfondibile, che mi avvolge e incanta, quella voce, che sentivo in sogno da dieci anni, la voce dell’unico uomo che ho mai sognato, l’unico uomo che ho sempre voluto, l’unico uomo che considero tale, mio pari, i suoi passi si avvicinano, mi giro, sento un pugno allo stomaco, pulsazioni vaginali mi pervadono, la gola diventa arsa.
    
    È, lui, proprio lui, Nicola.
    
    La mia mente si vuota, sono muta, incapace di esprimermi, lui mi viene incontro, lo guardo, abbronzato, alto, spalle larghe, boxer da mare, camicia bianca in lino sbottonata, piccole gocce di sudore, come gioielli, esaltano immobili la linea di una muscolatura possente e, dal petto abbronzato, ...
    ... s’intravede un ciuffo di peli in cui vorrei affondare la mia lingua.
    
    Da lui promana un’incontenibile, virile e selvaggia energia sessuale.
    
    Mi sento goffa, adolescente, a disagio al pensiero di ciò che possa pensare per la troiaggine con cui mi ero appena presentata nel porticciolo, maledetta me e i miei giochini sociologici.
    
    Mi sorride e mi fissa da vicino negli occhi, facendomi perdere il lume della ragione, sento solo il suo odore, buono, che aveva già ai tempi della scuola, non è profumo, è il suo unico e inconfondibile odore, che ancor oggi, dirompente, mi penetra lo stomaco facendomi ribollire il sangue, fino a farlo pulsare tanto da farmi esplodere … ovunque.
    
    Mi fissa, a quel punto devo decidere: compagna di banco o donna? Come mi vede? Cosa pensa? Cosa vuole?
    
    Io lo so benissimo: l’avrei portato alle docce con me.
    
    Probabilmente ero l’unica in tutta la scuola che non si era scopato o, per meglio dire, che non gliel’aveva data.
    
    Grossissimo errore, che mi portavo dietro come un macigno da una vita.
    
    Lui era l’unico, cui mi sarei sottomessa godendo nell’esaudire e soddisfare ogni suo volere.
    
    Non bastando il disagio, che già provavo, sentivo che lei, fuori controllo, gonfia, perdeva succo, copiosamente.
    
    Lui, quasi mi conoscesse come nessun’altro, conscio di ciò provavo, mi abbracciò e baciò.
    
    “Giri sempre in questi stati?” disse spostando il mio tanga con le dita della mano destra, per coprirla.
    
    Che figura di merda… ulteriore … e sempre con lui ...
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