Vedremo
Data: 30/07/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Ginnylinny, Fonte: EroticiRacconti
Sono sotto casa tua, ti ho comprato il caffè d’asporto e la barista mi ha dato una palettina monouso, ma non la bustina di zucchero.
Sono le 8.30 di mattina, la via di casa tua freme già di auto e ragazzini che vanno a scuola e una signora indaffarata sta pulendo le scale del tuo condomino.
Mi infilo nel portone, scusandomi con lei per calpestarle il pavimento bagnato ed entro in casa tua.
Mi fai accomodare, mi dai una palpatina al culo, talmente leggera che sembra impercettibile.
Sono mesi e mesi che non stiamo insieme, l’attrazione per te la sento invariata, mi sento già bagnata cosi, con solo quel mezzo contatto ricevuto.
Fremo solo a guardarti, mi toglierei già tutti i vestiti e sarei già pronta a inginocchiarmi ai tuoi piedi.
Ma non lo faccio, me ne sto sorridente con una faccia da rincoglionita, la vedo attraverso lo specchio della parete che ho di fronte.
La tua palpata di culo, comunque va già contro le regole che ci siamo dati preventivamente l’incontro: abbiamo detto che non si scopa e che tu non mi tocchi in nessuno modo, nemmeno un bacio. Perché ? Perché vuoi provare a mettermi il cazzo moscio in bocca, non vuoi che ti diventi nemmeno barzotto prima di mettermelo sulla lingua.
Il motivo? Mi è ignoto, io ho già perso la sfida sono già liquefatta nei miei caldi umori, quasi ho paura di camminare per non fare rumori umidi.
Finché non metterai una mano nei miei slip, posso continuare a portare avanti questa farsa.
Ci spostiamo in cucina ...
... bevi il tuo caffè, parliamo un po’ seduti sul divano, mentre fumi una sigaretta.
Sembri tranquillo come sempre e ai miei occhi mi attizzi sempre: Hai i capelli ricci raccolti in un codino, la barba scura e folta.
Hai due occhi grandi e scuri, quel bel naso dritto e le tue fossette.
Ma che cazzo mi metto a pensare, meglio guardare il fumo che si alza e la sigaretta che diminuisce, mi dici di parlare piano, i tuoi coinquilini dormono.
Va bene, farò poco rumore, finché potrò.
Ci spostiamo in camera, chiudi la porta e ti siedi sulla poltrona della tua scrivania, io sul letto di fronte a te.
Mi fissi, non togli lo sguardo, anche se sono vestita con un banale jeans e felpa.
Ti rinfaccio che prima mi hai toccato il culo, tu ridi.
Chiedo perché mi fissi, e mi rispondi che se due persone sono in una stanza è normale guardarsi.
Si, ma non fissare.
Ti alzi in piedi davanti a me, che resto seduta sul letto, ti tiri fuori il cazzo dai pantaloni della tuta.
È già eretto, mi dici che solo a guardarmi, anche se sono vestita, ti sei eccitato.
A questa frase mi sento totalmente alla tua mercè, però mi sento anche potente, sono quasi convinta di averti in pugno, visto che hai perso la sfida.
Ti chini verso di me, la tua mano sopra al mio collo lo stringe al punto giusto, nè troppo piano nè troppo forte.
Finalmente sento la tua lingua avvolgente, mangia la mia e si intrufola nella mia bocca.
Mi sbrani, profondamente come non hai mai fatto e ti supplico ...