Texas Cousine - erotic horror - parte II
Data: 03/06/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Feticismo
Tabù
Autore: Mr_Sessualdo, Fonte: xHamster
... un atto di fede, ma Chiara si sentiva così male che avrebbe dormito ovunque, anche in una stalla, pensò.
Dall’esterno proveniva un violento sferragliare e il rombo di un motore impazzito.
«Che sta succedendo là fuori?» domandò Chiara.
«Mio fratello sta giocando.»
«Sembra una motosega.»
«Lui si diverte così. A cena che volete mangiare?»
«Siamo a posto così, grazie» e Matteo chiuse la porta in faccia a quell’individuo da incubo. Eppure sentiva il bisogno di andare in bagno e masturbarsi, perché nel momento in cui le tette di Chiara erano balzate fuori aveva avuto una mezza erezione, che era diventata completa quando era schizzato il latte in faccia ad Arthur. L’immagine di quel mutante attaccato ai capezzoli induriti di Chiara lo mandava a fuoco, e aveva bisogno di scaricarsi, e poi di chiedere perdono al Signore per quei pensieri così impuri. Sua moglie doveva essere l’angelo del paradiso domestico, non carne da girone infernale.
Nel bagno si era già infilata Chiara, e vi si era chiusa. Matteo si stese sul letto e si massaggiò il pene, schiavo dell’immagine perversa e mortificante di poco prima; vedeva davanti a sé Chiara, immobilizzata al palo come una martire, le sue grosse tette legate insieme, viola, sul punto di esplodere, e la lingua da serpe di quell’Arthur sul capezzolo che eruttava colostro giallognolo.
«Matteo, ma è incredibile! – gridava lei dal bagno – Avrò messo su almeno una taglia.»
«Se, se, se» biascicò Matteo dall’altra stanza. Per ...
... distrarsi, si era messo a smanettare col cellulare, che si rifiutava di connettersi a una linea, così da poter contattare un carro attrezzi. Matteo voleva rimanere il quel motel disgustoso il meno possibile, e magari andare via già al mattino. Però il cellulare rimaneva sordo e muto. Stava per sbriciolarlo tra le dita, quando sentì Chiara strillare in bagno, e accorse: spalancò la porta e la trovò con la salopette abbassata fino all’ombelico; si spremeva i capezzoli tra anulare e medio, e due rivoli biancastri fiottavano sottili sullo specchio.
«Dio mio, Matteo, guarda che roba!»
Il latte schizzò sulla camicia di Matteo.
«Oh, e punta quei così da un’altra parte!»
«Sono incinta!»
«No che non sei incinta! Guarda come sono rosse – disse Matteo, pulendosi la maglietta – devono essere stati tutti gli ormoni che hai mandato giù.»
«Mi fanno un male cane!»
«Cerca di resistere. Domani andremo all’ospedale.»
«La signora ha detto che conosce un dottore.»
«Senti, cerchiamo di stare con quella gente il meno possibile – la ammonì lei, poi le indicò le poppe e aggiunse: – E per favore, copriti e non mi distrarre.»
Poco dopo, Matteo decise di scendere e cercare campo all’aperto. Chiara preferì rimanere su quel letto dall’odore atroce, libera dal reggiseno, con le tette che prendevano aria penzolando ai lati del costato. Di tanto in tanto, una mosca atterrava sui tubercoli del capezzolo, richiamato dal profumo del latte, o piuttosto dalla puzza delle lenzuola. Il ...