Texas Cousine - erotic horror - parte II
Data: 03/06/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Feticismo
Tabù
Autore: Mr_Sessualdo, Fonte: xHamster
Chiara e Matteo attendevano nella hall del motel, dai pavimenti unticci e dai muri grondanti muffa rossigna. Dietro al bancone apparve, allora, questa donna gigantesca e lardosa, con una veste floreale da cui strabordavano braccia di grasso arrotolato su se stesso, e il collo costellato di verruche, e i denti frastagliati, e un’acconciatura a chignon ben curata.
«Sì?» fece lei in inglese, con quella rovina di dentatura da fuori. Chiara, che era già nauseata di suo, ebbe l’impulso a vomitare, quando le arrivò al naso un’alitata di fogna. Si teneva la pancia che ribolliva, e come se non fosse già troppo, le tette tiravano e i capezzoli bruciavano.
«Signora, ci ha una camera per noi?» chiese Matteo, nel suo inglese scolastico.
«Italiani? Oh, adoro la cucina italiana!»
«Sì, bene. Ma… la camera? Mia moglie non si sente bene.»
«Oh, certo, certo. Arthur, vieni qui!» strillò con una voce da coccodrillo.
Chiara si stringeva la pancia con entrambe le braccia, e le partì un piccolo soffio più che altro rumoroso. La donnona scoppiò a ridere. «Serve bagno, eh?» e Matteo era arrossito come un coyote, giustificandosi che la moglie stesse male.
Li raggiunse questo tizio con la testa allungata che sembrava un pallone da rugby, orecchie a sventola così ampie che avrebbe potuto usarle come vela nelle giornate di vento, e dentatura cavallina, con uno spazio tra gli incisivi abbastanza ampio da poterci incastrare un sigaro cubano.
«Ciao…» fece Arthur, lingua tra gli ...
... incisivi.
«Mettili nella 17.» ordinò la donna, consegnando allo sgorbio una chiave unta di grasso.
Proprio in quel momento, i nodi che Matteo aveva fatto alla salopette di Chiara decisero di saltare via, e la salopette calò come un sipario, dando inizio allo spettacolo che erano quelle due mammelle gonfie e irritate; la pelle intorno ai capezzoli si arrossata al punto che si confondevano con le areole. Chiara cominciò a saltellare, nascondendosi con le braccia, e Matteo impazzò tentando a sua volta di agguantarle, ma afferrano quella sinistra senza cura, fece strillare Chiara, e uno schizzo di latte finì con violenza sul naso dilatato di Arthur, che se lo leccò via con una lingua di lucertola.
A Matteo parve che anche la zia si fosse leccata le labbra.
«Scusate, scusate – fece Matteo in affanno – è che sta davvero poco bene.»
La donnona mollo un ceffone allo sgorbio e gli intimò di muoversi, e di stare a disposizione della signorina per qualunque cosa avesse bisogno. «Ho un cugino medico che lavora per me – disse la donnona, che li accompagnò fino alle scale – si accerta che gli a****li che macelliamo siano in salute.»
«Ma allora è un veterinario.»
«No, no, è proprio un medico.»
Arturo accompagnò gli sposini al piano di sopra, nella stanza 17, muri altrettanto ammuffiti e letto matrimoniale che puzzava di pesce. Il grande specchio di fronte al letto era opaco e pieno di ragnatele di crepe che ne deformavano le immagini. Dormire tra quelle mura sarebbe stato ...