1. Le due taccheggiatrici – Capitolo 3 – “Sbandamento”


    Data: 22/05/2023, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    Con la testa che penzolava oltre il bordo della scrivania, Marianna sentiva il grosso cazzo di Borio scivolare con potenza dentro di sé per quasi tutta la lunghezza del suo utero, fermarsi e poi tornare indietro. Nient’altro. Solo quella cazzo di gamba sollevata che iniziava a non essere più raggiunta dal sangue e che stava cominciando a fare male e a gelarsi, come se il piano su cui era sdraiata non le congelasse già abbastanza il culo e la schiena. Tra il tintinnio proveniente dal bicchiere di carta con delle graffette ed il ricevitore del telefono che sbatteva sull’apparecchio, poteva sentire il suono della nerchia di Del Marco che stantuffava nella bocca piena di saliva di Francesca; se alzava la testa, accanto all’anca di Borio, poteva vedere l’uomo intento a fottere la cavità orale dell’amica, da cui colava sputo in lunghe bave piene di bolle.
    
    Proprio in quel momento la porta si aprì ed entrarono due agenti, alti e magri. – Va’ che due belle troie, questa volta, eh Clerici? – esclamò uno dei due, con un sorriso e dando di gomito all’altro.
    
    Clerici si lasciò sfuggire una risata. – Finalmente qualcuna che non ha la rogna. La bocca della bionda è mia. – aggiunse avvicinandosi al tavolo e slacciandosi i pantaloni.
    
    – Fa come ti pare. – rispose l’altro, anche lui abbassandosi la zip e prendendo la sedia in mezzo alla stanza. – Mi dovrò accontentare della figa dell’altra troia. – disse, fingendosi sconsolato ben poco convincentemente.
    
    Marianna, sempre tenendo ...
    ... alta la testa per vedere oltre il proprio seno, vide l’agente, che Del Marco salutò chiamandolo Rinaldi mentre continuava a muovere la testa di Francesca, estrarre il proprio cazzo, sedersi, afferrare l’amica per i fianchi e, dopo aver messo per bene in posizione l’uccello, farcela sedere sopra. Del Marco fece un passo avanti per non far scivolare fuori dalla bocca della mora la propria nerchia e mentre uno le muoveva la testa, l’altro si faceva cavalcare spingendo su e giù i fianchi della ragazza.
    
    Poi Clerici apparve dietro di Marianna, le afferrò la testa con una mano rivoltandola indietro, il mento con l’altra, le aprì la bocca, ed in un attimo anche lei aveva un cazzo che le scivolava nella bocca per poi arrivare fin quasi alle tonsille. Sentì due mani avvolgerle il collo e stringere fino quasi a soffocarla, e poi cominciarono le spinte, la nerchia dal sapore disgustoso che le riempiva le fauci e le palle che le sbattevano in faccia al ritmo dei colpi. Marianna dovette chiudere gli occhi per non ritrovarseli pieni di peli inguinali e cercare di respirare il meno possibile per non vomitare per la puzza del tizio che non doveva aver visto un bidet da tempo.
    
    In pochi attimi l’attività al suo inguine aveva preso ogni importanza, la mente di Marianna ormai sopraffatta dal cazzo che le lavorava in bocca, il suo andirivieni prepotente, il suo collo e la sua testa in una posizione innaturali, i conati di vomito che rischiavano di sopraffarla in ogni istante. La sua bocca si ...
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