Quella volta in un magazzino
Data: 21/05/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Belluomoover, Fonte: Annunci69
Ero ancora uno studente e una sera d’estate eravamo andati tra compagni di scuola in una grande pizzeria fuori città, abbastanza rinomata ma per noi ancora sconosciuta.
Nel corso della serata notai che il caposala, un uomo col fisico da lottatore, gli occhi piccoli e acuti, la mascella quadrata, spesso mi lanciava occhiate insistenti. All’inizio non gli feci caso, pensando che stesse solo controllando il nostro tavolo, poi mi resi conto che stava guardando proprio me, e con intenzione.
Lì per lì la cosa mi diede fastidio, ma con l’andare del tempo sentii un certo rimescolio interno, e una qualche eccitazione mista a curiosità per quell’interessamento così sfacciato e inatteso.
Quando ci alzammo per pagare il conto, mentre ero in piedi con gli altri vicino alla cassa, sentii una mano sfiorarmi velocemente un gluteo: mi girai ed era lui che, con una pizza nell’altra mano, aveva velocemente approfittato della circostanza per darmi un segnale ancora più esplicito. Ci fissammo per un paio di secondi, poi lui si voltò e io decisi che lo avrei aspettato fuori.
Usciti che fummo, quindi, con una scusa mi smarcai dagli altri che rientrarono e mi appostai nel piazzale fuori dal locale.
Alla chiusura, quando lui uscì e mi vide fece un breve sogghigno di soddisfazione. “Lo sapevo che ci saremmo capiti”, disse, “Vieni con me”.
Salimmo sulla sua auto e guidò verso la zona industriale. Si chiamava Enzo. Mi chiese le solite cose: se avevo la ragazza, la squadra per cui ...
... tifavo eccetera, e nel mentre mi appoggiò la mano destra sulla coscia. A ogni cambio marcia, quando la riappoggiava, la metteva un po’ più su, verso l’inguine, finchè non arrivò a poggiare le dita sul mio arnese, che era già bello duro. Sentendo quella consistenza, con fare noncurante e sempre chiacchierando prese a massaggiarlo premendo le dita. In breve io mi sentii svenire dalla voglia, ma non lo feci trapelare.
Arrivammo a un capannone buio adibito a magazzino, lui aprì una porta laterale e mi fece entrare. Facendo luce con una torcia arrivammo a un angolo ricavato tra le casse impilate, dove lui accese delle candele. Mi disse che non poteva accendere le luci elettriche per non farci scoprire. Per terra c’era un materasso consunto, capii che quello era il suo scopatoio, e guardando le chiazze sul materasso immaginai quanti schizzi di sperma e magari di urina dovesse aver ricevuto…
I miei pensieri furono presto interrotti da lui che mi fece spogliare nudo. Era estate e non c’era molto da togliere, ma mentre lo facevo lui mi guardava con la libidine negli occhi. Poi mi fece inginocchiare sul materasso, mi si mise davanti e se lo tirò fuori: era ovviamente già duro e bello grosso. Pensavo che me l’avrebbe fatto succhiare, invece me lo mise davanti e mi schiaffeggiò con quello, lasciandomi strisce di secrezione pre spermatica sulla faccia. Poi tirò fuori le grosse palle sudate e quelle me le fece leccare. Quando ne ebbe abbastanza, mi disse di sdraiarmi a pancia sotto. ...