Inculato a pecora
Data: 12/05/2023,
Categorie:
Racconti Erotici,
Gay / Bisex
Autore: Catamitus, Fonte: RaccontiMilu
Una ennesima litigata con la mia lei. Veramente le palle che girano, veloce post su in sito di incontri ed eccomi tre ore dopo dentro un’auto, a segare un cazzo, a prenderlo in bocca, a pomparlo, a farmelo girare intorno la lingua, con il tipo che mi tiene la testa giù per infilarmelo il più possibile in gola e poi a sentire il seme che mi scivola sulla lingua mentre lo ingoio. Torno a casa comunque non soddisfatto, quella voglia di cazzo resta. Oltre a quella volta del plug mi è capitato solo una volta che il mio ano venisse violato. Decisi che dovevo andare avanti, ma volevo evitare casini, sia con gente che si sarebbe rivleata magari incapace a inculare sia con un mio possibile nervosismo. Non ci volle molto per trovare nei cassetti della mia lei una serie di cazzi finti, quando non c’era me ne servivo. Piano piano mi aprivo il culo, mi abituavo alle sensazioni, cercavo di capire come fosse meglio mettermi. Ovvio un cazzo di gomma non sostituisce mai uno vero, ma, in mancanza di meglio… Migliorai la mia abilità a pulirmi prima, le prime volte assieme al cazzo usciva anche della merda, inutile negarlo, aggiustando un attimo la dieta e migliorando la tecnica mi ritrovavo praticamente sempre con gli intestini perfettamente puliti. Ci voleva del tempo ma miglioravo. Fino ad una sera di giugno, dopo qualche tira e molla, riuscimmo ad organizzare. Era un piccolo appartamento, il tipo era sul divano, comodo, cazzo duro, io inginocchiato davanti a ingoiarlo ci eravamo già visti ...
... altre volte, aveva la tendenza ad essere un poco dominante, ma non avevo mai fatto nulla di più che succhiarlo e ingoiare il suo sperma. Aveva decisamente un bel cazzo, deecisamente meglio dell’unico pezzo di carne che mi ero preso mesi prima. Mi teneva la testa schaicciata contro di lui, la sua nerchia a riempirmi fino in fondo alla gola, quando lo tirò fuori era pieno di saliva, con fili di bava che andavano dalla mia bocca alla sua cappella, diverse volte quella sera aveva finito per muoversi come se mi fottesse la bocca, come se la mia bocca fosse una figa da sbattere o un culo da penetrare. Bastò uno sguardo o poco più, mi trovai con le mutande calate, in ginocchio, la faccia appoggita ai cuscini del divano, il gel che mi scnedeva tra le chiappe, un veloce massaggio, il rumore di una confezione di profilattico che viene strappata, poco dopo mi sentii prendere per i fianch, la cappella che si appoggiava al muo foro e che iniziava a spingere. Cedetti subito, era entrato, un poco di adattamento e poi iniziò a stantuffarmi. Lo avevo già pompato e sapevo che era lungo ad arrivare, non era certo un tipo da due minuti di scopata. E così fu, iniziò piano e leggero, entrava poco, poi, lentamente iniziò a spingere di più. Mi sentivo l’orifizio che all’inizio dolorava abituarsi a quel avanti e indietro, a quel tirare e spingere. Mi stava scopando di brutto, un paio di volte uscì completamente, quando lo fece gettò altro gel proprio dentro il buco aperto, la sensazione di caldo e ...