1. Io e Martino (e gli altri) parte seconda.


    Data: 11/05/2023, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Gay / Bisex Autore: Amputesex, Fonte: RaccontiMilu

    Una voce dall’altoparlante posto all’interno della nostra cabina mi svegliò avvisando che il traghetto era ormai vicino al porto ed invitando i passeggeri a fare i bagagli, lasciare le cabine ed avviarsi verso la zona di sbarco. Aprii gli occhi e mi ritrovai nel letto steso su un fianco con Martino che mi abbracciava da dietro, eravamo nudi e il suo cazzo durissimo era appoggiato al mio culo.
    
    “Buongiorno puttanella” mi disse lui.
    
    “Buongiorno” risposi io ancora un po’ assonnato.
    
    “Allora? come ci si sente a non essere più vergine?” mi chiese.
    
    “Non saprei” risposi, “da un lato mi sembra una liberazione, dall’altro ho tutto il culo impiastricciato per colpa tua”.
    
    Cominciò ad accarezzarmi una natica con la mano e io inarcai all’indietro la schiena per fagli capire che mi piaceva, poi mentre la sua manona pesante mi palpava gli dissi: “ti rendi conto che ieri sera mi hai fatto il culo?”
    
    “Si” rispose lui, “e te lo rifarei anche adesso”.
    
    “Ma dobbiamo andare” obiettai.
    
    “Hanno inventato le sveltine per questo” mi rispose lui spostando la sua mano pesante dalla mia natica fin verso l’interno, raggiungendo il mio buchetto con un dito.
    
    “Dai, non voglio adesso” gli dissi, e subito lui mi afferrò, mi mise a pancia in giù e mi salì sopra poi disse: “non vuoi?! Tu non puoi non volere! Allora non hai capito qual è la regola, sei mia!” e mentre diceva così mise una mano fra i nostri corpi, si afferrò il cazzo e cominciò a guidarlo verso il mio ano.
    
    “Ti ho detto ...
    ... che non voglio, smettila!” lo ammonii!
    
    “Smetterò dopo averti sborrato dentro” mi rispose mentre continuava a tenermi sotto portando avanti ciò che aveva iniziato finché sentii il suo glande umido premere contro il mio buchetto, capii che non si sarebbe fermato ma che gli piaceva questo mio cercare di resistergli, così fra un mio lamento e una mia obiezione infilò la sua asta dentro di me, cominciò a muoversi su e giù e continuò a farlo finché mi venne dentro.
    
    Una volta finito sfilò il suo cazzo da dentro di me, poi si tirò su, mi allargò le natiche con le mani e rimase un po’ a guardarmi, “è meraviglioso” mi disse, poi aggiunse: “sarai la mia ragazza per tutta la vacanza?” “Non preferisci avermi con la forza?” gli chiesi. “E’ un gioco che mi piace molto ma vorrei sentirti godere, non solo soffrire”.
    
    “Devo andare a farmi una doccia prima di lasciare la cabina” gli risposi cambiando argomento, poi mi alzai dal letto e mi avviai verso il bagno. Mi sedetti sulla tazza, rilassai lo sfintere e vi lasciai cadere dentro tutto ciò che lui mi aveva iniettato dalla sera prima, poi andai sotto l’acqua, mi lavai ed uscii per lasciare il bagno a lui. Non scambiammo nemmeno una parola finché venne il momento di raccogliere i bagagli ed avviarci lungo il corridoio per raggiungere il ponte al quale si poteva far colazione.
    
    Da lontano intravedemmo Anna e Francesco e Martino mi chiese: “secondo te chi dei due ci chiederà per primo come è andata ieri sera?” “Non vorrai che siano così ...
«12»