1. LAURETTA cap. 4 Il trauma della perdita della vergini tà


    Data: 07/05/2023, Categorie: Lesbo Autore: karinalisa, Fonte: RaccontiMilu

    ... .
    
    “ Si. . . si. . . si . . .” Non riuscivo a dire altro, sentivo arrivare l’orgasmo ma era troppo presto, troppo presto per compensarmi della voglia accumulata, spensi l’aggeggio, lo mossi, lo premetti. . .
    
    Lo specchio mostrava oltre la mia immagine nei suoi lubrici movimenti, Lauretta seduta sul letto, i piedi contro il culetto,le ginocchia divaricate che si masturbava lentamente, le dita di una mano ad aprirsi la fichetta, le dita dell’altra a trastullare con movimenti circolari quello che doveva essere il suo clito, tutta la fichetta era come offuscata dalla lieve schiuma provocata dalla supposta che appena infilata si era sciolta.
    
    “Lisa Lisa Lisa . . .” Diceva la goditrice guardandomi nel mio agitarmi, nen mio esibirmi allo specchio. Stavo salendo adagio tutti i gradini del mio godimento ma vedendo la ragazza in quell’atteggiamento per me terribilmente provocante, premetti nuovamente i due scatti. Fu una cosa irresistibile, il godimento superò rapidamente i gradini che lo separavano dall’orgasmo e venni soffiando, lo sguardo acceso, i seni al vento, il ventre proteso, le mani a spingere sulle mie reni per inarcarmi, per offrirmi. . .
    
    Fu un orgasmo insolitamente lungo ed intenso che mi stravolse facendomi vacillare, dovetti appoggiarmi allo specchio dell’armadio appannandolo. Quando riemersi ero senza forze, non mi riusciva neanche di spegnare lo strapon che continuava a vibrare, vibrava ancora quando con uno sforzo lo estrassi dall’ano e lo gettai sul letto; ...
    ... fu Lauretta che lo spense.
    
    Stavo guardandomi attorno ancora stordita quando sentii la porta a pianterreno aprirsi, la neve gelata e compressa del cortile aveva impedito di udire l’arrivo del furgone. “Lisa?” Gianni mi stava chiamando, ricordai che i nostri vestiti erano tutti sulla cassapanca dell’ingresso ed era impossibile che non li avessi visti. Infilai la prima cosa che mi venne sottomano e scesi a precipizio le scale.
    
    Ai piedi della scala Gianni mi guardò scendere con addosso una sua camicia che avevo trovato appesa alla spalliera di una sedia e che non avevo fatto in tempo ad abbottonare ma che stringevo al petto con entrambe le mani, il culo nudo, la fica nuda e bagnata sulla quale sentivo la freschezza dell’aria. Strappai dalle sue mani le mutandine a fiori della ragazza che mi mostrava con aria interrogativa ed ironica. “Sparisci!” sibilai fra i denti, non disse nulla, ma intelligentemente girò sui tacchi e uscì.
    
    “Puoi scendere!” Dissi a voce alta appena il cancello si fu richiuso dietro il furgone. Lauretta scese timorosa e tremante, voleva subito rivestirsi ma la feci entrare nel bagno a togliersi di dosso l’odore aromatico che in qualche modo l’attorniava. Entrambe sotto la doccia, la lavai fra le cosce e fra le natiche sensa fretta ma senza attardarmi come facevo le altre volte, soddisfatta intimamente che la relazione fra me e la ragazzina si fosse in qualche modo “ufficializzata” agli occhi del mio compagno, mi lavai allo stesso modo e dopo esserci ...
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