1. LAURETTA cap. 4 Il trauma della perdita della vergini tà


    Data: 07/05/2023, Categorie: Lesbo Autore: karinalisa, Fonte: RaccontiMilu

    ... sollevarsi, il suo infilzarsi nel fallo che entrò con una facilità che stupi entrambe, si sostenne alle mie braccia mentre si sollevava completamente. Aspettò un lungo momento poi cominciò a molleggiare sulle ginocchia su e . . . giù, su e . . . giù poi più rapidamente su e giù, su e giù guardandomi come se stesse svolgendo un compito difficile e si aspettasse incoraggiamento da parte mia.
    
    “Si cara si, si così, così. . .” Avrei voluto che il mio cazzo avesse la sensibilità di un cazzo di carne per godere dello scorrere della porcellina che ora ad occhi chiusi esprimeva la sua soddisfazione con sospiri ritmati dal suo infilzarsi, poi furono brevi lamenti di piacere che sfuggirono dalla sua gola diventando via via sempre più prolungati e intensi.
    
    Adesso si sentiva nettamente quell’odore, un’odore aromatico come di mentolo o di eucaliptolo, non saprei, non saprei definire esattamente cos’era ma era intenso e pregnante. La ragazza stava godendo e fra non molto avrebbe avuto il secondo orgasmo mentre io. . .
    
    Mi afferrai al suo colllo e l’attirai e fui io a scoparla con lunghi movimenti delle mie reni, volevo essere io a far godere la cara porcellina, la mia mano sentiva lo sfilare del cazzo liscio, le mie dita intrise di quel liquido schiumoso si soffermarono sopra il piccolo ano, uno di esso affondò poi un altro, li mossi come un secondo fallo non incontrando resistenza alcuna come se quel pertugio fosse perennemente aperto.
    
    Volevo godere anch’io, dovevo godere, il ...
    ... bulbo che sollecitava il mio ano ad ogni movimento dell’osceno aggeggio non era sufficente a provocare il mio orgasmo, avrei dovuto . . .“Oh Lisa Lisa, fallo vibrare, accendilo. . .” So che lo diceva per me più che per lei ma resistetti: “Un cazzo vero non vibra!” replicai, ma la strinsi, la baciai perdutamente agitandomi in modo convulso.
    
    E Lauretta venne, non gridò, venne soffiando, soffiando e gemendo nella mia bocca. Se invece dello strapon avessi avuto un cazzo di carne avrei percepito gli spasimi della sua vagina invece li sentii attorno alle dita che scorrevano nel suo culetto. Rimase a lungo sopra di me come inerte; quando si fu chetata l’aiutai a sfilarsi dallo strapon e a mettersi di fianco.
    
    Non avevo goduto, dovevo godere altrimenti sarei stata male per tutto il giorno. Mi alzai, lo specchio dell’armadio rimandava l’immagine di una donna stravolta che non ero io, Lo strapon nero che si innalzava dal mio corpo aumentava l’oscenità della scena. Vi portai la mano premendolo contro il mio ventre, adesso lo sentivo anche contro il clitoride, lo mossi, ma non bastava!
    
    La mia mano scese a toccare il bulbo piantato nel mio culo, trovai il pulsante che lo faceva vibrare, lo premetti al primo, poi al secondo scatto. Non udii il ronzio ma l’effetto che produsse mi ifece inarcare esibendo allo specchio l’osceno fallo come farebbe un uomo infoiato che si masturba davanti ad una donna nuda, lo presi in mano, lo agitai di qua e di la, lo feci oscillare poi lo premetti. . ...
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