1. Una stupida ripicca. primo capitolo


    Data: 03/05/2023, Categorie: Tradimenti Autore: pennabianca, Fonte: Annunci69

    Mi chiamo Anna, ho ventisette anni e sono sposta da tre anni con Paolo, che ha la mia stessa età. Sono una bella ragazza, alta un metro e settantacinque, seno di una terza un po’ scarsa, occhi chiari, capelli neri e lunghi. Ho un bel fisico snello e tonico, gambe lunghe e affusolate e, anche se tutti mi dicono il contrario, credo di avere il culo un po’ troppo grande. Mio marito è un bell'uomo, alto più di me, spalle larghe, fisico da vero nuotatore, occhi scuri ed ha anche una discreta dotazione: sì, ha un bel cazzo, non troppo lungo, ma abbastanza grosso. Siamo stati fidanzati due anni, poi un bel matrimonio e, da allora, abbiamo iniziato al nostra vita matrimoniale fatta di cose semplici, allo stesso modo di quella di tante coppie coetanee: lavoro, amici, serate con i suoceri, ferie, a volte da soli ed altre in compagnia. Ha un carattere allegro, e questo mi piace molto di lui, ma ci sono cose che ho scoperto con il tempo, vivendo insieme, che mi mandano letteralmente in bestia. All’inizio non gli davo molta importanza, poi, col tempo, mi sono accorta che per lui erano cose assolutamente normali. La prima vera incazzatura la ebbi quando dovevamo andare al battesimo di mia nipote. L'evento coincideva con una gara di pesca, cui lui voleva partecipare e, di conseguenza, non ci voleva venire: le sue necessità erano inderogabili, infischiandosene di quelle degli altri. Dopo aver tanto insistito, eravamo giunti ad un compromesso: vai a pesca, ma, a metà mattinata, torni e ...
    ... andiamo al battesimo. Stupida io che ci ho creduto. È tornato alle sei del pomeriggio, quasi sbronzo, con un trofeo in mano, felice di quello che aveva fatto in barba ai miei desideri.
    
    Per ripicca, sono stata alcuni giorni col muso, facendo in modo che lui si rendesse conto del mio disappunto; ha cercato di coccolarmi per un po’, ma poi le cose sono tornate come prima: per quieto vivere ho lasciato perdere. La seconda volta è stata davvero grossa, una vera carognata. Erano trascorsi circa sei mesi da quella volta e dovevamo partecipare, assieme ai miei genitori ed altri parenti, al cinquantesimo anniversario di matrimonio di una zia, sorella di mio padre, che abita in una città piuttosto distante da noi. Per questo evento avevo speso tempo ed energie, sia per organizzare le persone che sarebbero dovute venir con noi, sia per il viaggio. Stupidamente non avevo fatto caso che la data, a metà maggio, coincideva con un'importante gara di campionato, dove la sua squadra del cuore, a pari punti con la diretta inseguitrice, avrebbe giocato una partita che, in caso di vittoria, le valeva il campionato. Ovvio che un simile evento per lui era imperdibile. Il sabato che saremmo dovuti partire per l'evento da me organizzato, che ci avrebbe tenuti fuori tre giorni, lui mi dice che ha la febbre a 39°. Ci resto malissimo: lui sembra un moribondo e sono combattuta fra il rinunciare o andare con gli altri.
    
    «Amore, vai pure, non ti preoccupare per me; mi bastano un paio di giorni di riposo e ...
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