1. L’educazione di marco 1. introduzione


    Data: 02/05/2023, Categorie: Trans Autore: paolo2011, Fonte: Annunci69

    Quando lo conobbi, Marco, era una troietta repressa che si masturbava leggendo storie porno sul Web; le sue preferite erano quelle di transgender e transessuali, sissy e travestiti in genere, storie che leggeva sia in italiano che in inglese. Marco era uno studente universitario di lingue, a Milano, magro e slanciato, la pelle glabra e chiara, i capelli di un biondo dorato, non molto lunghi, ma neanche tanto corti. Le mani erano lunghe e sottili e con quelle si sparava delle seghe infinite. Era sempre in fregola, perennemente eccitato, mentre si segava il cazzetto rigido si masturbava il buco del culo e si penetrava con le dita dell’altra mano, si allargava le crespe dell’ano, lentamente, raggiungeva il punto prostatico e premeva con due dita, a volte tre; veniva così di un orgasmo anale che lo lasciava esausto e inebetito, spossato e senza forze.
    
    Non ci volle molto a convincerlo ad incontrarci, gli scrissi che conoscevo i suoi desideri, le sue voglie represse, gli descrissi le erezioni notturne e la sua fantasia di essere scopato brutalmente; lo sapevo perché c’ero passato anche io, anche io avevo desiderato a lungo e finalmente mi ero liberato.
    
    Ho 53 anni, sono un vero maiale da monta, rasato e robusto, con un cazzo tosto e di notevole larghezza, scopo lungamente e duramente, rendo schiave le frocette che mi regalano la loro amicizia, le apro e le sfondo per bene, come piace a loro, come piace a me. Se capita mi piace che mi trattino da troia, che mi inculino per ...
    ... bene, ma questo è un altro capitolo.
    
    Con Marco è andata come al solito, l’ho convinto e ci siamo dati appuntamento una sera d’estate al parco Nord, vicino al cimitero. Quando l’ho visto arrivare in motorino mi ha fatto quasi tenerezza, anzi mi ha fatto pena. Non ho dovuto neanche parlare, l’ho solo preso per mano e l’ho trascinato dietro il muretto del parcheggio, gentilmente gli ho posato le mani sulle spalle e lui si è inginocchiato ubbidiente. Sapeva cosa fare, sapeva come slacciare la patta dei pantaloni ed estrarre il mio cazzo semiduro dalle mutande.
    
    Era vestito da ragazzino, jeans sdruciti e bassi, maglietta bianca, scarpe da tennis dozzinali e braccialetti etnici sbrindellati al polso. Non aveva stile, non si curava di sé, un principiante affamato di cazzo.
    
    Marco aprì le labbra e lentamente lo schiaffeggiai col cazzo barzotto, lo colpii sulle guance e lo vidi annusare l’afrore del cazzo che si sta indurendo, lo vidi deglutire dalla voglia, la saliva che monta nella bocca, l’acquolina che ti viene quando brami il cazzo in gola, quando lo vuoi e non c’è nient’altro…solo il cazzo.
    
    Spinsi la cappella tra le labbra, lentamente, ritirandola quando la troietta si mostrava troppo ingorda, gli toglievo la verga dalla bocca quando sbavava invasata; le piace il cazzo lo so, lo succhierebbe tutto il giorno, notte e giorno se potesse. Spingo la cappella fino in fondo, fino al limite della gola…voglio vedere come se la cava, se è capace di prenderlo tutto, in profondità. ...
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