Piedini odorosi
Data: 29/04/2023,
Categorie:
Feticismo
Autore: samas2, Fonte: EroticiRacconti
A tutti piace leccare e odorare una figa, ci mancherebbe altro! Ma non per tutti è una gioia baciare, lambire con la propria lingua ed annusare dei bei piedini femminili. Questa predilezione particolare, a mio avviso, non esaurisce ma bensì completa il piacere sessuale attingendo quel qualcosa in più dall’universo olfattivo, il più trascurato dei nostri sensi impegnati a rapportarsi col sesso.
Non è sempre facile la condizione del feticista: è tutt’altro che scontato scovare fra le tante la chimica giusta. Non tutti gli odori sono graditi, certo devono avere una loro decisa personalità, ma non essere esageratamente forti, stordenti. Poi, non si può trascurare lo sconcerto delle femmine che possono detestare il nostro particolare interesse o, quanto meno, rimanerne interdette:
- Perché mi fissi così i piedi? Se un uomo posa lo sguardo sul mio seno o qualcosa d’altro so cosa vuole. Tu così mi sconcerti.
Nel mio caso non so definire il momento esatto in cui iniziò questa mia passione, ma ricordo che fin da bambino rimanevo affascinato dai piedini delle femminucce e ancor più vivida riaffiora e s’impone la memoria della mia giovane maestra che sfilatesi le scarpe, da sotto la cattedra mi offriva lo spettacolo dei suoi piedi che si muovevano armonici, flessuosi, in una danza per me ipnotica, e - non conoscevo ancora il significato della parola - molto erotica.
Ma l’episodio che decisamente che rese esplicita e mi confermò della mia peculiare inclinazione avvenne ...
... durante l’adolescenza.
Mia cugina Carlotta si stava preparando all’esame di maturità e si ritrovava nella grande casa, dove la mia e la sua famiglia abitavano, con tre compagne di scuola. Di loro, Chantal era quella che mi colpiva di più: brunetta graziosissima con i capelli lunghi alle spalle, fisico esile ma tutt’altro che androgino. Ah dimenticavo: i suoi piedi erano decisamente i più belli di tutte.
Di un paio d’ anni più giovane, io osservavo le ragazze con trasporto; i loro piedi catturavano la mia attenzione - ero, a dir il vero da qualche tempo già introdotto a questo singolare piacere dall’osservazione delle estremità di mia cugina Carlotta, ma ora era tutto più eccitante - e in particolare il momento in cui venivano liberati delle calzature rimanendo splendidamente nudi al mio occhio attento. Era una gioia libidinosa fissare il mio sguardo, una volta liberati dalle costrizione delle calzature, su quei deliziosi piedini, promesse che si offrivano al mio sogno incalzante, ossessivo di poterne disporre per meravigliosi giochi. In quei frangenti la mia erezione diveniva così potente da costringermi talvolta a correre in bagno per una impellente masturbazione liberatoria.
Come dicevo le ragazze, dopo una mattinata di studio, solevano rilassarsi qualche minuto al sole sul prato del giardino di casa. Normalmente lasciavano le loro calzature in casa sotto il tavolo, affollato di libri e quaderni, dove erano solite studiare.
Ne approfittavo, entrando furtivamente nella ...