Saga familiare 4
Data: 24/04/2023,
Categorie:
Anale
Sesso di Gruppo
Lesbo
Autore: iincest, Fonte: xHamster
... natiche: era dentro tutto, in tutta la sua lunghezza, in tutta la sua grossezza, in tutta la sua potenza.
Contrassi tutti i muscoli, per assaporarlo fino in fondo, e mi titillai con forza il clitoride per godere ancora.
Luca mi fece abbassare le gambe e si sdraiò su di me; ma il suo cazzo non arretrò di un millimetro e restò saldamente piantato nel mio ventre.
Si soffermò a baciarmi, a carezzarmi, a leccarmi dovunque potesse, senza perdere la posizione: il viso, gli occhi, gli orecchi, il collo fino al seno.
Quando mi sentì rilassata (“burrosa” disse poi) cominciò a pompare facendo in modo gli ossi pubici si strofinassero, sicchè avevo la sensazione di essere chiavata contemporaneamente in culo e in figa.
Era una situazione che non avevo mai neppure immaginato; eppure, quella nerchia possente che mi sfondava le viscere era per me un motivo di piacere indicibile: godevo quasi di più a sentirlo muoversi nel culo che a masturbarmi la figa. Per conseguenza, muscoli interni del mio corpo si concentravano nel sentire il cazzo e lo titillavano accarezzandolo in una sollecitazione inaudita.
Sentivo piccoli orgasmi successivi montarmi dal ventre e ...
... scaricarsi in figa e in culo: conoscendomi, aspettavo che diventassero estremamente frequenti per portarmi direttamente alla sborrata conclusiva.
Quando ebbi la sensazione di essere vicina, lo avvertii “sto per venire”; il “vecchio” affrettò il ritmo dell’inculata, spinse il cazzo sempre più dentro e più rapidamente, finchè lo sentii lamentarsi e avvertii la sborra che mi sprizzava nell’intestino: esplosi anch’io con una violenza nuova e imprevista; scaricai sul suo pube il più intenso orgasmo possibile.
Si rilassò su di me e mi avvertì di fare piano, perché “uscire può essere più fastidioso che entrare”: ci baciammo quasi con tenerezza, mentre sentivo il suo cazzo perdere potenza e dimensione nel mio culo fin troppo sensibile, nuovo com’era all’esperienza; a mano a mano che si afflosciava, tendeva ad arretrare, finchè la cappella si trovò all’altezza dello sfintere.
Fu necessario un piccolo strappo, leggermente doloroso, perché venisse fuori.
Dovetti correre in bagno, perché la sollecitazione mi provocava stimoli nuovi; ma era solo la reazione del corpo alla violenza subita.
Si era fatto fin troppo tardi. Lo baciai con dolcezza, gli dissi “grazie” e scappai