1. Nella domus romana


    Data: 01/02/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: RedTales, Fonte: Annunci69

    ... a sprofondare nel corpo, accompagnato da una prolungata serie di acuti urletti che Marco Aurelio cominciò ad emettere e che continuò a far risuonare nella stanza per tutto il tempo che i cinque si alternarono dentro di lui.
    
    Consci di dover soddisfare il loro padrone e ben sapendo cosa desiderasse, fecero del loro meglio per prolungare gli orgasmi che i loro notevoli sessi gli diedero e, avvicendandosi uno con l’altro, anche dopo aver riposto nel suo intimo i loro semi, continuarono a lungo a sodomizzarlo.
    
    I gemiti di Marco Aurelio, diventati via via vere e proprie urla di piacere, si diffusero in gran parte della domus e cessarono solo quando, ormai con la mente annebbiata e pago di piacere e pervaso da spasmi e tremori, li fece smettere, ordinando loro, con un filo di voce e con l’eloquio incerto, di fermarsi.
    
    A quel punto si lasciò sprofondare tra i morbidi cuscini per riprendere fiato e facendo trascorrere un certo tempo prima di accennare ad un qualsiasi movimento mentre nella stanza calò il silenzio e i cinque schiavi, stanchi pure loro per le lunghe effusioni, vedendolo inerte, ne approfittarono per accovacciarsi per terra, sentendosi finalmente liberi di non dover più ostentare ripetute erezioni.
    
    Marco Aurelio, provato e sazio, rimase immobile a lungo fin quando non allungò una mano per passarla tra i glutei per raccogliere un po’ del nettare che continuava ad ...
    ... uscire dal suo corpo. Portò quindi le dita al naso per aspirare quell’intenso aroma di maschio e poi le allungò tra le labbra per gustarne la fragranza. Ripeté quel gesto alcune volte prima di mettersi seduto e, sorridendo ai suoi schiavi li elogiò con parole di approvazione: “mi compiaccio per il vostro impeto e per quanta devozione avete dimostrato nel servire il vostro padrone per soddisfare le sue voglie carnali. Ho sentito a lungo il vostro nerbo nelle mie carni e ho percepito il vostro seme sgorgare più volte, caldo ed abbondante. Ho odorato e gustato il vostro sapore e ho goduto con la vostra possanza che ha fatto fremere e tremare il mio corpo. Bravi! Bravi, mi avete dato piacere e gioia. Per questo riceverete un compenso. Ora andate che le mie stanche spolia mi implorano di riposare. Fermati solo tu per accompagnare il cammino del mio sonno e la mia brama di giacere abbracciato ad un giovane e vigoroso maschio.”
    
    Così detto indicò Alteius e, come gli altri quattro uscirono dalla stanza, gli chiese di aiutarlo ad alzarsi e, abbracciato a lui, andò a sdraiarsi nel grande letto.
    
    Marco Aurelio si raggomitolò in una posizione quasi fetale e chiese allo schiavo di tenerlo stretto tra le braccia e le gambe: “in modo che possa sentire, ben premuto contro le mie terga il tuo imponente sesso per tutta la notte.”
    
    Ciò fatto, ormai stanchissimo, si lasciò andare nelle braccia di Morfeo. 
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