Nella domus romana
Data: 01/02/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: RedTales, Fonte: Annunci69
Roma, anno Domini 341, domus della ricca matrona Lucilla e del figlio Marco Aurelio.
Quel giorno Marco Aurelio sentiva una voglia estrema che saliva dal basso ventre e raggiungeva il cuore e decise di porvi rimedio perché sapeva che quello stordimento che riusciva a raggiungere con uno tsunami di sesso era qualcosa di meraviglioso ed ormai non riusciva più a rinunciarvi.
Così anche quel giorno passò in rassegna gli schiavi che la madre, vedova, teneva per appagare i propri piaceri sessuali. Vedendoli si inebriò delle loro splendide forme e, dopo aver appagato il desiderio di accarezzarli nelle loro intimità, ne scelse cinque e ordinò che più tardi gli fossero portati nella zona del palazzo a lui riservata. Fatto ciò raggiunse il bagno e si fece lavare e profumare dai suoi servi prima di dirigersi nelle sue stanze. Qui indossò una corta tunica e dopo essersi sdraiato sul comodo letto rimase in attesa dei suoi ospiti.
Quando i domestici annunciarono il loro arrivo cercò di adagiarsi in una posizione il più lasciva possibile e li fece introdurre nella grande stanza e quindi, con lenti movimenti si portò davanti a loro e, aiutato da due servitori personali, si fece togliere la tunica restando completamente nudo.
“Cospargete il mio corpo con unguenti balsamici” ordinò.
Le sapienti ed esperte mani dei due eseguirono quanto richiesto lasciandolo, alla fine, lucido e profumato e, quando ebbero finito, diede loro un altro compito: “togliete le tuniche agli schiavi e ...
... profumate i loro corpi con oli.”
I cinque prestanti giovani furono rapidamente svestiti e quindi massaggiati sotto lo sguardo di Marco Aurelio che iniziò a bramare i loro corpi ma, vista la presenza dei servi, indugiò ed aspettò che terminassero quanto loro richiesto.
Come completarono la consegna li congedò: “ora uscite, lasciate che intrattenga i miei ospiti.”
Rimasto solo, si avvicinò a loro, iniziando a sfiorarne i corpi con la mano, seguendone la muscolatura del petto o insinuandosi tra i glutei o stringendo tra le dita il loro sesso sorridendo compiaciuto di tanta virilità.
Continuò a toccare, massaggiare ed afferrare i corpi e i sessi fin quando questi ultimi non raggiunsero il massimo splendore, erigendosi dritti, duri ed imponenti verso l’alto.
A quel punto si fermò dinnanzi a loro e li fissò in estasi, sapendo che presto avrebbe assaggiato tanta virilità, e li esortò con voce delicata: “adesso siete pronti o sublimi Adoni per poter dare lussuria al mio corpo.”
Detto questo andò a sdraiarsi sul basso divano che aveva fatto porre al centro della stanza e gli ordinò di penetrarlo, uno alla volta, fino a loro completa soddisfazione.
I cinque si fecero appresso e, dopo essersi guardati per stabilire chi iniziasse, lasciarono che il primo si accostasse e, dopo essere salito sul divano, unisse il suo corpo con quello del suo padrone.
Il grosso e nerboruto pene si insinuò tra le curve dei glutei e, facilitato dagli oli che vi erano stati spalmati iniziò ...