1. Io moglie puttana


    Data: 04/04/2023, Categorie: Tradimenti Autore: pamyzi1, Fonte: Annunci69

    ... quello che ci voleva per festeggiare il loro rapporto di collaborazione. Ma di cosa parlava? Perché quell’uomo avrebbe dovuto collaborare con Stefano?
    
    ‘Quanto vuoi?’ mi chiese Stefano.
    
    ‘Cento per la bocca. Duecento tutto il resto’ risposi.
    
    ‘Mmh’ rispose il suo amico, ‘economica, la zoccola’.
    
    ‘Ok, monta su’.
    
    L’amico di Stefano, che si chiamava Xavier, scese dalla macchina e mi aprì lo sportello di dietro e mi fece salire, poi salì anche lui, mettendosi accanto a me. Era chiaro che voleva fare con me un po’ di petting prima di giungere a destinazione. Non sapevo bene dov’&egrave che mi avrebbero portata per montarmi. Una cosa era certa, io ero terribilmente disorientata. Non mi immaginavo che sarebbe andata così. Credevo che si sarebbe presentato mio marito e basta, e che avremmo fatto finta di essere una prostituta e il suo cliente. Questo nuovo scenario mi aveva letteralmente spiazzata.
    
    Comunque Stefano fece partire la macchina e Xavier non perse tempo a mettermi le mani sulle tette, spremendomele una contro l’altra e succhiandomi i capezzoli.
    
    ‘Ehi guarda che tette divine!’ disse. ‘Sembrano fatte apposta per le spagnole’.
    
    ‘Sì, proprio una bella gnocca. Come ti chiami?’ mi chiese.
    
    ‘Sabrina’ risposi senza un filo di fantasia. Avrei potuto inventarmi un altro nome, e invece ero così spaesata che non riuscii neppure a mentire. E Stefano mi guardò dallo specchietto retrovisore, mentre Xavier mi succhiava i capezzoli, e mi sorrise. Era divertito dal ...
    ... fatto che non mi ero neppure presa la premura di inventarmi un nome.
    
    ‘Sabrina’ disse Xavier, ‘che nome da maiala’.
    
    un nome come un altro’ risposi.
    
    ‘Dio, quanto sei porca’ Xavier era affamato, mi voleva ardentemente, e allora avvicinò la sua bocca alla mia e mi infilò la sua lingua dentro, e nel frattempo mi accarezzava le gambe e me le palpava. Si stava letteralmente impossessando di me, e Stefano di tanto in tanto ci guardava dallo specchietto retrovisore, e io guardavo lui, quasi come a chiedergli: ‘ma cos’ questa storia?’.
    
    ‘Ehi Xavier!’ disse. ‘Vacci piano, non vorrai mica scopartela in auto?’.
    
    Non avevo la più pallida idea di dove mi stavano portando e di dove avevano in mente di montarmi, ma a breve l’avrei scoperto.
    
    Stefano fermò la macchina in un parco. Il posto era piuttosto squallido; era alle spalle di un centro direzionale, con dei palazzoni e delle torri che svettavano verso l’alto, e in basso c’era questo parco dove spesso bazzicavano le coppiette con guardoni annessi a spiarne le loro performance. Era un posto terribile dove fare l’amore, illuminato appena da un paio di lampioni. In verità avevo sperato che mi portassero in un motel, che certamente ci avrebbe dato più sicurezza e più privacy. Invece lì poteva vederci chiunque. Ma comunque era mezzanotte, e apparentemente sembrava non esserci nessuno.
    
    Uscimmo dalla macchina e mi guardai intorno. Non mi sentivo affatto sicura. Stavo per dire che forse era meglio andare in un altro posto, ma Xavier ...
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