Luissa, la mia musa del sesso – Capitolo 2: La cena e il nostro primo accoppiamento
Data: 28/03/2023,
Categorie:
Racconti Erotici,
Etero
Autore: Marcus, Fonte: RaccontiMilu
Capitolo 2:
Nelle due settimane seguenti ci incrociamo abbastanza spesso in ditta, e ci scambiamo varie email su come si trova e cosa le piace in genere.Un venerdì la invito a cena, sperando che dai miei piccoli complimenti e soprattutto dai miei sguardi, abbia capito che mi piace non poco e che me la vorrei veramente scopare… Ma chi non se la vorrebbe scopare?
Lei accetta con disinvoltura. Ci troviamo in centro. Ristorante italiano ovviamente, dato che le piace. Lei è vestita in modo abbastanza casual. Jeans, tacchi medi e un maglioncino leggero in tessuto misto nero/grigio. Lo sguardo profondo dei suoi occhi scuri, circondato da quei capelli mi eccita all’impazzata.Seduti al tavolo, ce l’ho duro come il marmo sotto i pantaloni. Come vorrei intrufolare le mani sotto quel maglioncino sottile e catturare quei seni favolosi. Sono subito bagnato sulla punta…Con quelle cosce lunghe che ha, le mie ginocchia toccano facilmente le sue, ed io cerco contatti frequenti, ma senza esagerare. Ad ogni contatto è un sussulto del mio pene.
In programma c’era solo la cena. Non mi sembrava il caso di proporle di andare a girovagare per locali, e non penso che avrebbe voluto. Quindi tiro lungo la cena a parlare.Non riesco a capire che intenzioni abbia, perché non mi sono mai trovato in quella situazione con una così tanto più giovane di me. Per tutto il tempo mi chiedo cosa la porti ad essere lì con me. Forse vede in me qualcosa che il suo ragazzo giovincello non ha.Verso la fine della ...
... cena allungo i tempi del contatto con il ginocchio. Ad un certo punto, oso tenerlo appoggiato a lungo sul lato esterno del suo ginocchio, mentre parliamo. Avrei voluto che fosse appoggiato sul lato interno… come per allargarle le cosce ed entrare in lei… ma non importa. Quella era la conferma che il contatto col mio corpo non la infastidiva.
Purtroppo la cena finisce ed è ora di lasciare il ristorante. Con le mutande bagnate dal mio lubrificante mi avvio verso la macchina, con lei accanto a me… Immagino i suoi capezzoli turgidi come il marmo, sotto il giubbotto che tiene chiuso a sé con le braccia, a causa del freddo maggiore di quando siamo arrivati.Entriamo in macchina. Come vorrei scaldarmi le mani un po’ infreddolite fra le sue cosce sterminate… Come resistere a non appoggiarci sopra una mano? Il tragitto non è lungo. Dopo una pausa, col pretesto di richiamare la sua attenzione, le do due colpetti con il dorso delle dita sull’esterno della coscia, e dico “Ma se vuoi possiamo andare in qualche locale a bere qualcosa”. Lei come immaginavo risponde “No, non importa, poi fa un po’ freddo, non mi va di stare in giro…”.Io ormai penso fra me: “Tanto questa potrebbe essere l’unica volta che esco con lei e questa essere l’unica occasione”. Preso dalla voglia sempre più forte le dico: “Sì, anch’io ho freddo, senti la mia mano” e l’appoggio gentilmente sull’interno della coscia, vicino al ginocchio… Lei chiude di riflesso le gambe e sorridendo dice “Ah! Lo sento…”. Io lascio che ...