1. Intimità 4


    Data: 25/03/2023, Categorie: Etero Autore: Bollentispiriti, Fonte: RaccontiMilu

    ... via da seguire verso la vagina. Due dita di Roby affondarono nel condotto cieco che si dilatò, adattandosi alla dimensione della mano maschile, inglobandola e incollandosi come una ventosa. La titillazione provocava il rumore tipico che riproduceva lo sbattere del bianco d’uova in una ciotola. Aveva la stessa frequenza e consistenza man mano che il bianco montava. Il sangue le andò alla testa e non fu più in grado di stimolare il cannolo che le riempiva la bocca.
    
    Si distese sul letto,dilatandosi la fica e pregandolo: “Prendimi!”. Non fu un ordine secco ma una voluttuosa disposizione d’animo. Una resa incondizionata che per la prima volta, dopo molto tempo, rinvigorì il matterello del suo ganzo. Lo sentì gonfio come non era mai stato, almeno non se lo ricordava più di quella consistenza. Si aggrappò con le braccia alle spalle di Roby, le cosce completamente aperte come quelle di un pollo appena squartato. I polpacci salirono in sella, attanagliandogli i fianchi, mentre lui si dava da fare carotandola col suo trapano, dimenandosi in avanti e indietro come uno stantuffo, alla ricerca affannosa dell’acme tanto sospirato.
    
    Pareva un puledro imbizzarrito che lei cercava di cavalcare; o era lei il puledro che lui cavalcava? Erano in due a muoversi, complementari l’uno all’altra. Incollati l’uno all’altra come gli emisferi di Madgheburgo, saldamente in unico corpo procedevano in sincronici movimenti. Finché non venne l’istante in cui la fiamma dell’innesco non raggiunse le ...
    ... polveri. E fu un’esplosione pirotecnica che le fece scoppiare il cuore, mandando in pezzi il cervello. Avvertì l’eruttare del liquido bollente che le bruciava le visceri. Bordate di flussi ricorrenti le si riversavano nella “santabarbara”. Si strinse spasmodicamente a lui, cercando di trattenere all’interno della “coppa” quel dolce nepente. Lo tenne stretto a immobilizzarlo, fino a sentirsi svuotata di forze, ma ebbra del sidro con cui lui le aveva riempito la botte. Roby giacque, incuneato su di lei. Pian piano scivolarono in una allucinazione delirante. Senza fiato, si sentiva leggera, priva di corpo, vuota di capacità di pensare. Una vera e propria droga. Non aveva mai provato quella sensazione. Era stupenda!
    
    “Nanà…!” – una voce la stava chiamando – “Sveglia, siamo in fase di atterraggio. Legati la cintura di sicurezza.” – le consigliò Gianfranco. “Sì.Scusami, m’ero quasi addormentata.” – gli sorrise Nanà. Anche lui le sorrise. Partiti con i soliti venti minuti di ritardo, rimasti nella durata media di volo, erano prossimi all’atterraggio. Gianfranco l’aiutò a prelevare il bagaglio a mano che lui stesso le aveva riposto nell’apposito vano al di sopra del passeggero. Glielo porse, mentre provvide a prendere con se la cartella che conteneva la doviziosa documentazione degli studi “promo” accuratamente preparati.
    
    L’aeroporto li accolse con la sua costruzione moderna; un non luogo, ma, in sostanza, era carina. Restava, comunque, un non luogo. Le distanze, enormi nei moderni ...