Godere nella vergogna xxi
Data: 23/03/2023,
Categorie:
Etero
Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69
MIA
Sentii Cosimo allontanarsi, e poco dopo la porta aprirsi e chiudersi. Mi chiesi se fossi sola.
Aspettai qualche minuto in silenzio, non sapevo se Gaston fosse ancora lì per ammirare il suo capolavoro o se ne fosse andato via.
I miei pensieri volarono ed il buio della benda li fece volare ancora di più.
Solo pochi giorni prima (oddio non ricordavo nemmeno quanti giorni fossero passati, uno, due, … tanti), solo pochi giorni prima ero una signora, rispettata, a volte temuta, con quel fare aristocratico e serio, ed ora?
Avevo avuto rapporti con uomini sconosciuti che nemmeno con mio marito ero riuscita ad ottenere da me.
E poi quanti erano stati? A quanti avevo concesso il mio corpo? A quanti avevo permesso di riversare su di me tutto il loro seme? Quanto sperma avevo bevuto? Ed ora mi ero anche concessa ad una persona che da sempre avevo odiato e quel che era peggio cosa ne sarebbe stato di me una volta ritornata in Italia ? Dopo avermi riconosciuta avrebbe potuto chiedermi qualunque cosa, mi avrebbe trattata allo stesso modo, mi avrebbe fatta vestire in modo appariscente portandomi in giro per la mia città magari sul lungo mare o peggio trascinarmi in quelle vie dove bazzicavano solo delle puttane.
Mi sembrava di impazzire.
Con un gesto di rabbia mi tolsi la benda e aspettai che gli occhi si abituassero alla luce improvvisa.
Mi guardai intorno. Sul comodino c’erano 200 euro, il mio compenso lasciato da Cosimo, la cosa mi fece orrore e mi sentii ...
... profondamente umiliata ed immaginai il mio destino.
Un barlume di pentimento mi fece ricadere addosso tutta la vergogna possibile.
La gonna corta, l’esibirmi per Rodolfo, lo sculettare non erano niente, erano solo un gioco, un gioco che poi si era trasformato in qualcosa di sporco, di volgare, di … di … non mi veniva in mente il termine giusto per tutto quello. Quel futuro squallido che mi ero immaginata mi spaventava.
Mi alzai dal letto e mi guardai allo specchio, nuda, imbrattata, solo calze e reggicalze, i capelli un po’ spettinati e un trucco volgare. Chi era mai quella donna? Dove era finita la professoressa Mia, la signora sempre impeccabile, elegante e … e inappagata.
Mi cascarono le braccia, sì, ero una seria e integerrima professoressa, una signora da rispettare e … inappagata.
Che mi stava succedendo? Era mai possibile che avessi di questi pensieri?
Dovetti di nuovo ripercorrere gli ultimi giorni, gli ultimi momenti per riavere quelle sensazioni. Provai una vergogna incredibile, è vero, una rabbia per un antico pudore calpestato, vilipeso, insultato, ma poi? Quegli strani brividi, quel mio bagnarmi di continuo per ogni offesa, per ogni volgare situazione sessuale, cosa voleva dire tutto ciò?
Una cosa iniziava a essere sempre più palese: tutto questo mi piaceva ed ero combattuta tra il tornare indietro e riprendere la mia precedente rispettabilità o continuare a subire e a essere sempre più puttana e vedermi allo stesso modo nelle strade della mia ...