1. Giochi di coppia : intrigo e complicità


    Data: 05/03/2023, Categorie: Tradimenti Autore: Borikaurora, Fonte: Annunci69

    Quando conobbi quella che sarebbe diventata mia moglie, cioè la mia Aurora, rimasi irrimediabilmente ammaliato .
    
    Era particolarmente bella e sensuale, con tutte le curve al posto giusto, ma, soprattutto, dotata di una carica seduttiva mai riscontrata in altre ragazze.
    
    Quando cominciai a frequentarla e cercavo di insidiare la sua virtù, la sua riservatezza, il suo ritegno, scoprii che, da quel punto di vista, non avrei dovuto far molta fatica.
    
    Se al mare le chiedevo di mostrarsi nuda, lei, dopo avermi fissato con occhi penetranti e da maliarda, obbediva.
    
    Una sera, in un pub, in compagnia di amici, le ero seduto di fronte e le chiesi di togliersi le mutandine.
    
    Lei, sempre con quel suo sorriso sornione, ad un certo punto, mi chiese di raccoglierle una posata che le era caduta a terra.
    
    Mi chinai sotto il tavolo e lei aprì le gambe, mostrandomela in bella vista; aveva aderito alla mia richiesta e, per vero, volli immortalare il momento, ritornando sotto il tavolo munito, questa volta, di cellulare con il quale le scattai una foto, che, ancor oggi, conservo gelosamente tra i cimeli
    
    Ormai filavamo come fidanzati e si faceva l'amore in auto, in qualunque posto isolato e lei, spesso, mi chiedeva:
    
    "Non è che qualche guardone ci sta spiando?".
    
    Io, temendo che la cosa potesse infastidirla al punto da mandarmi in bianco, provvedevo a tranquillizzarla, rassicurandola che non c'era nessuno in giro.
    
    Un fatto simile si verificò al mare; dopo aver fatto il bagno ...
    ... nudi, distesi al sole, mi accorsi che, coperto da uno scoglio, c'era un guardone che si masturbava.
    
    Io, allora, per dargli più soddisfazione, la feci posizionare a gambe aperte e fica ben in vista rivolta verso di lui e presi a farle un sonoro ditalino, fino a farla esplodere in un orgasmo eccezionale.
    
    Forse anche lei aveva notato il guardone che si segava, ma non lo saprò mai, perché non me l'ha mai confessato, né quello seppe interpretare il tacito invito che gli avevo lanciato.
    
    Quando ebbi modo, in un momento di intimità, di confessarle che ero particolarmente intrigato dal suo, quasi assente, senso del pudore, mi rivelò che proprio quella era la condizione che si era augurata di poter, un giorno, realizzare. Delle amiche, infatti, le avevano riferito di maschi che amavano vedere le proprie fidanzate dedite a sedurre altri uomini, fino a chiavarseli con buona pace del compagno.
    
    Praticamente eravamo fatti l'uno per l'altra e, ovviamente, la sposai.
    
    Io amavo mostrarla ed offrirla ad altri e, per lei, quella condizione era ottimale ai fini di un rapporto dove poteva appagare il suo costante ed insopprimibile bisogno di sesso.
    
    Avrei potuto o dovuto considerarla "troia"?
    
    A me stava bene così e lei ne era più felice che mai; ma, ad una condizione: quello nostro era un divertimento che piaceva ad entrambi, per cui era necessario raggiungere uno stato di intesa e complicità tale da poter godere assieme di quei momenti.
    
    Per diverso tempo, filò tutto liscio; ...
«123»