Storia vera: Il muratore rumeno. Pt. 2
Data: 17/02/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Fiore di Maggio, Fonte: EroticiRacconti
... senti». Allora lo abbracciai a me, e lui mi alzò da terra abbracciandomi stretto. Sentì che non voleva farmi del male ed allora mi lasciai andare.
Ci allungammo sul letto, e lui mi disse se me la sentivo di ciucciarlo, io dissi di si, e scesi piano piano, baciando prima il suo enorme petto, e poi il suo ventre ed arrivando al pene. Ora avevo modo di ammirarlo. Dritto, largo, con le vene che disegnavano una ramificazione che raccontava tutta la sua mascolinità. Scesi lentamente con la bocca e cercai piano piano di far entrare quell’immensa cappella nella mia bocca. Era così grande che da sola mi riempiva la bocca, iniziai a pomparlo sempre con più foga, e cercavo i farlo entrare, ma solo a metà poi iniziava il fastidio. Cercai di resistere il più possibile pompandolo sia con la bocca che con le mie mani. Lui ansimava con la sua voce profonda, sembrava di sentire un toro. Mentre pompavo diceva:«si, così… Ti piasce? Eh putanela? Suchia il tuo uomo… dona… suchia!!!». Quelle parole mi eccitavano tanto, ma dopo qualche minuto mi fermai perché la mascella faceva troppo male. Allora lui mi prese e mi stese sul letto. Mi prese le gambe, le piegò al mio ventre e me le tenne bloccate. Scese con la testa e mi guardò il buchino. Io sono glabro, quindi avevo l’ano completamente limpido. Inizio con la lingua a leccarmi, intorno il muscolo e dentro il buchino. Le sensazioni erano così forti che allontanai le mie mani dal pene per non ...
... sovreccitarlo. Mi leccò il culo come se fosse una figa, e poi mi disse:«Che ficheta buona che hai». Poi con una mano mi schiaccio le gambe al ventre e con l’altra prese il lubrificante. Iniziò dapprima con il pollice ad affondami. Ma con molta dolcezza, entro piano piano, il dolore però era molto, il mio buchino troppo stretto e il suo dito troppo grosso. Cercai di fare il possibile, ma ogni tanto gemitavo un grido di dolore. Lui cercava di cambiare dito, prima il pollice, poi il medio, e così via. Cercai di resistere più che potevo, ma alla fine ebbi un orgasmo fortissimo e venni. Lui si fermò e sorrise.
Io ero indolenzito e non riuscivo a continuare, lui si allungo vicino a me e si masturbò, e mentre mi baciava venne sopra di me. Rimanemmo allungati a parlare e gli chiesi scusa, ma il dolore era troppo forte e non riuscivo a continuare. Lui disse che era normale e che avrebbe aspettato finche non fossi pronto. Mi consigliò anche di esercitarmi a casa con le mie dita per abituare ad allargare l’ano. Rimanemmo allungati tutto il pomeriggio e chiacchierammo. Dopo poco l’eccitazione fu cosi forte che facemmo di nuovo sesso, ma solo orale. Il pomeriggio era volato ed era ora di tornare a casa. Purtroppo sapevo che la settimana successiva mio padre sarebbe tornato a lavoro ed io e Bogdan avremmo avuto meno tempo. Infatti decisi di Prendere meno la macchina con loro perché mi sentivo sempre un po’ in imbarazzo sapendo quello che era successo.