Non posso, ho un compagno - storia vera (1 di 2)
Data: 11/02/2023,
Categorie:
Etero
Autore: ToroRm2020, Fonte: Annunci69
... Sono venuta tre volte.»
«Me l’ha leccata sul divano e gli ho goduto in bocca.»
Lungi dallo scoraggiarmi, quelle confessioni mi eccitavano ancora di più. La volevo da morire. Lasciai che la cosa evolvesse, senza fretta, e alla fine decidemmo di vederci per un caffè.
«Vieni con un leggings» le chiesi, ma lei disse di no.
«Metterò un jeans, dato che è solo per un caffè.»
Quando la vidi la abbracciai. La gravidanza non aveva lasciato tracce su di lei: era sempre la donna snella e tonica che ricordavo. Ero molto felice di rivederla, ma avvertivo un po’ di imbarazzo tra noi. Entrammo in un bar deserto in cui c’era un solo tavolino e ci sedemmo l’uno accanto all’altra.
La distanza tra noi si ridusse piano piano, finché la mia mano non si trovò stretta tra le sue cosce, a pochi centimetri dal sesso cui non potevo ancora arrivare. Ma ne avevamo voglia entrambi, una voglia terribile che rendeva impossibile accontentarsi delle briciole. Chiacchierammo dei tempi andati per un po’, anche se entrambi eravamo distratti dal desiderio che stava montando in modo inarrestabile.
Lasciammo il bar dopo mezz’ora e presto trovammo un vicolo tranquillo in cui appartarci.
Lei si appoggiò con la schiena a una colonna che divideva l’ingresso del vicolo in due metà e ci riparava dagli sguardi indiscreti della gente che passeggiava in strada, poi mi ...
... abbracciò. Ero in piena erezione e lei se ne accorse subito. Ci appoggiò sopra la mano e sospirò.
«Sono tutta bagnata» mi soffiò in un orecchio.
«Fammi sentire quanto» la sfidai.
«E se ci vedono?»
«Siamo al coperto, non c’è nessuno. Mettiti le dita dentro e fammele leccare» proposi. Lei prima scosse la testa, poi però obbedì. Prima si leccò le dita, poi infilò la mano nelle mutandine. Aveva indossato un leggings, come le avevo chiesto di fare proprio in vista di una simile eventualità, quindi non fu difficile. Vidi le dita muoversi sotto la stoffa sottile e le immaginai mentre affondavano tra le labbra umide di rugiada. Quando le tirò fuori erano bagnate dalle secrezioni dense e filanti tipiche del periodo ovulatorio. Me le infilò in bocca e sentii il sapore forte e leggermente salato della sua fica. Leccai tutto, poi la baciai per condividere quel nettare con lei.
Allentai un po’ la mia cintura e lei, svelta, infilò la mano dentro per arrivare a stringere il cazzo durissimo. Io ricambiai cominciando un ditalino lento e dolce, godendomi la sensazione della piccole labbra fradice di umori e del clitoride turgido.
Continuammo così per un po’, il respiro di entrambi sempre più affannoso, ma non riuscimmo ad arrivare all’orgasmo. Fu comunque incredibilmente eccitante, anche perché sapevamo che non ci saremmo fermati e che quello era solo l’inizio.