1. Non posso, ho un compagno - storia vera (1 di 2)


    Data: 11/02/2023, Categorie: Etero Autore: ToroRm2020, Fonte: Annunci69

    Io e Caterina ci eravamo conosciuti al lavoro. Lei era una collega, ma lavorava in un reparto diverso dal mio, per cui la nostra conoscenza era sempre rimasta piuttosto superficiale. Poi, un giorno, ero stato trasferito nella divisione in cui lavorava anche lei, e le cose erano cambiate. Avevo subito capito che tra noi c’era feeling, ma sembrava che le cose non dovessero mai prendere una piega diversa dal semplice flirtare. Lei era impegnata, io sposato, ma ci piacevamo e anche molto. Una volta, mentre sistemavo una pratica, era venuta da me con una fetta di salame tra i denti chiedendomi di mordere la parte che fuorusciva dalle sue labbra, in una sorta di bacio gastronomico.
    
    Quando eravamo in compagnia di altri si mostrava molto spigliata e parlava tranquillamente di sesso, ma se ci capitava di trovarci da soli diventava improvvisamente timida.
    
    Dopo qualche mese di questo gioco rimase incinta del suo compagno e smise di venire al lavoro. Mi mancava non averla più intorno, e mi dispiacque ancora di più quando fui trasferito in un’altra sede dell’Azienda, prima che lei rientrasse.
    
    La nostra storia sembrava essersi esaurita ancora prima di nascere, e per quattro anni non ci sentimmo più, con parecchio rimpianto da parte mia.
    
    Grazie ai social, però, si presentò una nuova opportunità di tenerci in contatto. Quando lavoravamo insieme non aveva, e diceva di non volere, un account Facebook, ma un giorno, a sorpresa, trovai la sua richiesta di amicizia e ricominciammo a ...
    ... frequentarci, anche se in modo solo virtuale.
    
    Trovare un suo “mi piace” a un mio post era sempre un piacere, così come leggere i suoi commenti, ironici e divertenti.
    
    Un sera, per gioco, postai un’immagine ambigua: era una di quelle che poteva sembrare sia un signore che leggeva un libro, sia una donna che, stando in ginocchio, teneva la testa tra le cosce di un uomo, intenta a succhiarglielo.
    
    La didascalia diceva «se vedete qualcosa che non sia un uomo che legge, vuol dire che avete una mente molto porca.»
    
    Era uno scherzo, tanto per ridere con gli amici e soprattutto le amiche di Facebook, ma la risposta di Caterina, che arrivò in privato via Messenger, fu: «Io ci vedo quello che ti farei mentre leggi il tuo libro preferito.»
    
    Praticamente mi stava dicendo che avrebbe voluto farmi un pompino.
    
    Mi ritrovai quasi istantaneamente con un’erezione e, in quello stato che esclude l’intervento delle funzioni cerebrali superiori maschili, le risposi.
    
    Cominciò così un lungo periodo di sexting, in cui lei continuò per tutto il tempo a dirmi che non avremmo mai avuto più di quello, che aveva un compagno, che lo amava e che il sesso con lui, descritto nei particolari, era fantastico.
    
    «Mi ha fatto mettere sdraiata con la testa fuori dal letto e me l’ha ficcato tutto in gola» mi raccontava, non sapevo se per scoraggiarmi o per eccitarmi. «Mi ha scopato in bocca e alla fine mi è venuto in faccia. Mi ha affogato di sperma.»
    
    «Ieri me l’ha messo dietro per venti minuti. ...
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