1. Un giorno di fine primavera


    Data: 25/01/2023, Categorie: Incesti Autore: liana, Fonte: RaccontiMilu

    ... stendiamo di lato restando con la testa in direzione dei nostri reciproci ventri. Io ho gli occhi puntati sul cazzo di mio figlio che pur avendo eruttato riempiendomi la gola della sua rovente lava continua a restare inalberato. &egrave favoloso. La mia mente va al mio buco del culo ed a quello che accadrà quando mi impalerà. Un brivido percorre la mia schiena ed i miei glutei si contraggono e si induriscono. Quarto giochino: sfondare la porta posteriore
    
    Un mese &egrave già trascorso da quando ho cominciato a fornicare con mio figlio; il kamasutra &egrave stato applicato in tutte le sue rappresentazioni. Quella che più ci &egrave piaciuta &egrave stata la posizione detta ‘alla pecorina’. Quando mio figlio mi monta standomi dietro, disteso sulla mia schiena e con le mani ancorate alle mie zizze mi sento proiettata nello spazio infinito. Lui si &egrave rivelato un valente stallone da monta. Ha sostituito degnamente suo padre nel mio letto tanto da farmelo dimenticare. Non mi sono mai pentita di essermi concessa. Ne sono innamorata non solo come madre ma anche come donna. La passione mi ha travolta. Sono cotta. Sono diventata anche gelosa. Se tarda a rientrare dalla scuola la mia mente va in fibrillazione. Incomincio col domandarmi il perché del suo ritardo. Immagino che abbia conosciuto qualche ragazza e si stia sollazzando con lei. Cose di questo genere affollano la mia mente. Che farò se cosi fosse? Poi sento la porta aprirsi e la tensione accumulata mi abbandona. ...
    ... Lui, prima di recarsi in camera a posare la borsa contenente i libri, mi raggiunge dovunque mi trovi e mi abbraccia. Mi stringe a se fino a farmi scricchiolare le ossa e mi bacia infilandomi la sua lingua in bocca che mi affretto a succhiarla. Quando smette di baciarmi allenta la stretta dell’abbraccio e fissandomi con i suoi occhi di un marrone scuro, pieni di libidine, mi chiede se sono disposta ad ospitare il suo sparviero nel mio nido. ‘Mamma il mio uccello ha bisogno del tuo nido. Sei disposta a farlo entrare? Lo vuoi accogliere?’ Sono le parole che preferisco sentirgli dire ogni volta che rientra a casa; il che mi dice che io, in qualunque parte lui si trovi, sono sempre nei suoi pensieri. Non lo faccio aspettare. Da quando ho cominciato a farmi sbattere da mio figlio ho preso l’abitudine a non indossare più le mutandine. Le ritengo di intralcio. Mi libero dei pochi indumenti. Lascio solo il reggicalze, le calze bianche e le scarpe rosse con tacco da 12 cm. e con le tette al vento raggiungo il divano; vi monto con la schiena a lui rivolta, appoggio le mani alla spalliera ed allargo al massimo le cosce in modo da offrirgli in visione la mia foresta di peli con al centro il mio nido. Farmi chiavare da dietro &egrave la posizione che preferisco più di ogni altra. Giro la testa verso di lui e sorridendo lo invito. ‘Amore mio, il mio nido &egrave sempre pronto ad ospitare il tuo falcone.’ Si avvicina e si piega sulle inginocchia. Fionda la testa sulle mie chiappe e prende a ...
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