1. La Caduta, Atto sesto: degli opposti sentimenti di Aristarda e Septimo e della congiura.


    Data: 25/01/2023, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Lesbo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... Serena. -Consegnartelo…-, ponderò Aristarda. -So che é protetto dalle leggi dell’Ospitalità, sacre persino presso i barbari, ma invero, questa é l’occasione di una vita. L’Impero langue. Septimo ha sconfitto le tue forze a Brixiate e ora, so che vorrebbe che io marciassi sui tuoi uomini, che ti travolgessi, prendendoti viva per portarti a lui in catene.-, aggiunse la giovane, -Se però tu mi consegnassi il Coltello… Serena Prima sarebbe ai tuoi ordini, con tutte le sue legioni e Septimo avrebbe dalla sua solo generali di pessima leva, gentaglia indegna della porpora del comando. L’Impero sarebbe salvo, Proximo vendicato.-.
    
    Aristarda ponderò la cosa. Attentamente. Sentiva ancora un brivido e non era il freddo dell’autunno inoltrato o la stanchezza, era esaltazione. -Io… non posso risponderti su due piedi. È ben più di un cimelio che mi chiedi. Consegnarti Varus sarebbe la fine della mia integrità, mi renderebbe uguale a Septimo. Con che legittimità potrei dirmi più degna di lui?-, sussurrò. -Mia signora! Invero tali domande apparterranno al passato. Pensateci! Septimo é storia passata. Rimettiamo l’Imperium sulla sua strada, così come decretata dal Mandato del Cielo! Insieme!-, la mano di Serena strinse quella di Aristarda, -Il nostro popolo merita questo sacrificio!- concluse. L’Imperatrix sospirò. Era una decisione terribile, ma avrebbe messo fine a tutta la guerra civile. O almeno a buona parte di essa. Poche altre volte Aristarda Nera aveva avuto davanti una scelta ...
    ... tanto terribile a prendersi. Non riuscì a dire nulla per minuti. -Ti chiedo… tre ore.-, riuscì a dire, -Poi ti contatterò per comunicarti ciò che ho deciso. Potrai sostare presso il campo o fuori da esso ma ti prego di non allontanarti mai, lo considererei come un tradimento al patto. E ora, tale patto mi é doppiamente caro.-. -Naturale, mia signora. Attenderò.-, disse. Serena s’inchinò e uscì. Aristarda espirò. Rapidamente, andò a farsi una doccia, che fu più una secchiata d’acqua gelida. Si fece controllare le ferite, cercò di dormire senza riuscirvi, mangiò qualcosa senza troppo appetito, controllò i feriti e i morti, ordinò che i cadaveri fossero arsi come da tradizione e procedette. Fece tutto ciò come un’automa, incapace di decidere.
    
    -Allora? Cos’ha deciso?-, la donna velata era lì, accanto a Serena. Era comparsa silente come uno spettro, e altrettanto terribile. Le guardie di Aristarda, a poca distanza, non dovevano starla vedendo. Serena scosse il capo. -Sta decidendo. Immagino sia stupita, confusa e sconvolta.-, disse. -Le abbiamo fatto un’ottima offerta. E tu hai agito benissimo, Serena. L’idea di sfruttare quello stupido tatuaggio mal fatto durante una burla infantile é stata brillante. Degna di noi.-, disse. -La Stirpe mi perdonerà mai tale menzogna? Aristarda Nera non lo farà.-, lamentò Serena. -Hai agito nel nostro migliore interesse. Aristarda Nera non é una di noi, ma farglielo credere, specialmente ora, é stato un colpo di genio. E se ottterremo il Coltello, ...
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