La Caduta, Atto sesto: degli opposti sentimenti di Aristarda e Septimo e della congiura.
Data: 25/01/2023,
Categorie:
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Lesbo
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... me, non capisci?-, chiese Aristarda. -Sì. Ma é stata una loro scelta. E se ora voi vi ammalaste o vi lasciaste abbattere dalla sconfitta ne disonorereste il sacrificio.-, rispose Vera Nemlia. La mano della guardia accarezzò la guancia di Aristarda. L’Imperatrix sfiorò appena quella mano, come ad assicurarsi che ci fosse. Gli Apotecari e i Sanitarii si affaccendavano. Aristarda sospirò. -Vera… come farei senza di te?-, chiese con un sorriso. -Riposate, mia signora. Vi prego.-, sussurrò l’altra. Aristarda scosse il capo. -Un ultimo giro. Sino al fondo.-, disse, -Poi ti prometto, riposerò.-. I feriti successivi non erano messi meglio degli altri. Alcuni erano coscienti, e riconoscendo l’Imperatrix molti tentarono di alzarsi o parlare. Aristarda si prodigò per tutti, senza risparmiarsi. Una parola, un gesto, dell’acqua, un bendaggio. Quando uscì dall’edificio, si concesse uno sguardo a sé stessa. Era uno straccio. I capelli erano arruffati e sporchi di sangue e fanghiglia. L’armatura era lisa e lorda. Le vesti che aveva indossato sopra la corazza erano lacere. Le vesti con cui si era avvolta per andare a trovare Proximo… -Mia signora…-, iniziò Vera. -Sì. Lo so.-, rispose lei. La guardia scosse il capo. -Guardate.-, disse Vera. Indicava la linea del fronte, o meglio, la fine del loro campo. Un messaggero con una bandiera di tregua. -Per gli Dei…-, sussurrò Aristarda, combattuta tra furore e spossatezza. -Cosa vorrà?-, chiese Vera. L’Imperatrix aveva qualche idea ma non le ...
... espresse. -Scopriamolo.-, disse. Il messo, in attesa, era avvolto in una toga, il cappuccio levato sopra il capo. -Mostra il tuo viso, messaggero. Non si usa abbattere un emissario, finanche l’emissario di un sacrilego blasfemo.-, disse Aristarda da dietro Vera e il resto delle sue Guardie. -Ave Aristarda.-, rispose una voce di donna. Il viso sotto il cappuccio si scoprì essere quello di Serena Prima, Comes Imperatoris et Magistra Militum.
Dire che la sua comparsa avesse scioccato Aristarda sarebbe stato minimizzare. Serena sapeva che l’Imperatrix era ben capace di dissimulare le proprie emozioni, ma poteva leggere chiaro lo stupore. Fece un inchino, breve ma sincero. Aristarda si riprese, più o meno. -Ave Serena Prima, vincitrice di Brixiate.-, sussurrò la donna. Erano uno strano contrasto: l’Imperatrix in esilio pareva appena uscita da un campo di battaglia, cosa non falsa, e Serena invece sembrava tutto meno che colei che si era fatta venti chilometri di viaggio per giungere sino all’avamposto dei ribelli. La giovane attese che l’Imperatrix parlasse. -Ti prego di seguirmi. E ritengo sia inutile dirti di non tentare azioni folli. Sarebbe la tua morte.-, disse Aristarda. Serena annuì. La seguì.
Passarono oltre la fattoria-ospedale, oltre i mezzi schierati a quadrato, oltre gli accampamenti eretti in fretta. Aristarda era ben conscia che Serena avrebbe così potuto comprendere la sua situazione, ma si accorse che non le importava. “Siamo in piena ritirata, che non é divenuta ...