Gioco doppio (parte 2)
Data: 21/01/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti
Mentre Franco scendeva dalla barca per andare a posteggiare l’auto, l’ospite si sedette compostamente sulla poltroncina.
“Portami da bere, puttana”.
Non era mai gentile con loro, né, d’altro canto, lo desideravano, anzi.
Solo lui poteva rivolgersi così alla bella Anna, eccitandola.
Franco tornò con una valigia piccola. Sapeva che il Padrone si sarebbe fermato solo una notte. I loro incontri non duravano quasi mai oltre le 24 ore, notte compresa. Era una situazione comunque pesante, sopportabile solo per un arco di tempo non eccessivamente lungo. A volte si limitava anche a qualche ora.
Quella volta, invece, Marco, avendo tempo a disposizione prima del prossimo appuntamento, pretese di essere loro ospite per un giorno intero.
Sapeva che trovavano difficoltoso essere sottomessi per così tante ore, ma a lui non interessava.
Anna lo servì, portandogli, su un vassoio, un bicchiere di prosecco, molto freddo.
“Ti ho detto che puoi allontanarti?”
“No, scusa”.
Non sapeva cosa avrebbe dovuto fare, così rimase ferma, in piedi, in attesa di qualcosa, o di niente.
Sentiva i suoi occhi addosso. Sapeva che presto addosso avrebbe avuto su di sé anche i segni del suo potere, quello che lei e suo marito gli avevano ceduto.
Anche le sue mani avrebbe avuto addosso.
Il suo cazzo no, quello lo avrebbe avuto dentro, anche se non sapeva ancora dove e per quanto: bocca, figa, culo. Forse dappertutto, forse in un solo posto.
Forse.
Era il “forse” che le ...
... lasciava tensione, così come a suo marito, quell’incertezza che li attanagliava ed eccitava.
Marco scartò un cioccolatino e gettò la carta a terra, ai suoi piedi.
Silenzio.
Non ci fu bisogno di nulla. Lei sapeva che lui adorava umiliarla.
Lei adorava l’umiliazione, costringersi ad abbassare le ginocchia a terra davanti a lui che, divertito, beveva il freddo vino, mentre col piede le spostava la carta per costringerla ad inseguirla.
Con la scarpa le schiacciò la mano, sempre più forte, in attesa del lamento che lo avrebbe eccitato, sapendo che lei avrebbe fatto di tutto per rimandarlo, per ritardare la confessione della propria sottomissione, del potere di lui affermato in quel modo assurdo.
Erano ormai in mare, lontani da tutto e da tutti, dal mondo “normale”, per essere ora concentrati in un altro mondo, fatto di umiliazioni e prevaricazioni, il mondo dell’anima più profonda.
Il Padrone, divertito, spinse Anna col piede, in modo da farla cadere.
“Stronzo, vieni a vedere la tua mogliettina”.
Il marito, che stava preparando per la cena, accorse già sapendo, o temendo, o desiderando, ciò che avrebbe trovato, cioè sua moglie a terra, ai piedi di quell’uomo odioso, umiliata, costretta a strisciare per divertirlo ed eccitarlo.
“Spogliati, coglione”.
Franco fu costretto, così, a rivelare la propria erezione, quell’eccitazione dettata dall’umiliazione che, resa pubblica a testimonianza del proprio stato, ancora maggiormente lo eccitava.
Marco si ...