Frame 19-23 di un venerdì
Data: 08/01/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: michela00, Fonte: RaccontiMilu
... diretto, passando vicino, toccava Philo, si appoggiava sulla schiena di lui per cercare il contatto fisico e gli passava con la sua solita dolcezza la mano fra i capelli, scendendo fino al collo per farla scivolare via leggera, dalla spalla.
Trascorse così gran parte della serata, fintanto che Joann in uno dei suoi contatti che le servivano per marcare l’appartenenza, accarezzata la testa di Philo, avvicinò la sua faccia all’orecchio di lui per dirgli: ”ho voglia di pisciarti addosso”
Philo non ebbe dubbi, capì distintamente le parole scandite e se le ripeté nella testa. “Ho voglia di pisciarti addosso”.
Si eccitò, provo un brivido diverso da quelli precedenti dovuto alla costrizione che gli comprimeva il pene nella gabbia e lasciò evidentemente trasparire alla ragazza bionda con cui si stava intrattenendo in quel momento, che qualcosa era cambiato.
La ragazza non percepì il contenuto della frase pronunciata da Joann ma si interrogò per un po’ su quale potesse essere stata l’affermazione che aveva fatto apparire sulla faccia del suo interlocutore l’estasi evidente di chi sapeva che la serata si sarebbe conclusa con del sesso memorabile; e li invidiò.
Era stata la semplice frase “ho voglia di pisciarti addosso”. Joann dopo aver travolto e lasciato sul baratro il desiderio di Philo, tornò soddisfatta dai suoi amici, intrattenendosi ancora con loro ed attendendo. Passarono davvero pochi minuti, perché Philo ripresosi dalla frase pronunciata da Joann, ma ancora ...
... eccitato dall’idea che si era raffigurato di essa, terminasse la conversazione con Sara e andasse da lei per dirle che preferiva rientrare a casa. A Joann piacevano questi stimoli e alla richiesta di Philo di rincasare, seguirono flash di immagini che davano forma alla scena evocata, e ora la voleva vivere nella realtà. I due salutarono in coppia gli amici ringraziando per la piacevole serata, salirono in macchina e si diressero verso casa.
Frida già sapeva che Sira le avrebbe fatto indossare il collare di acciaio, le avrebbe messo le polsiere di acciaio ai polsi, le avrebbe fatto indossare la maschera in latex viola, che con i suoi occhi grandi le donava una languida espressione. Si vedeva legata alla barra porta asciugamani del loro bagno, seduta per terra con la schiena appoggiata alla parete grigia e le braccia alzate sopra la testa.
Sira si vedeva in piedi a contemplare la sua bambola di gomma che la guardava dritta negli occhi in attesa che si realizzasse l’atto che li aveva fatti scappare di corsa dal club. Adorava gustarsi l’immagine di Frida che con quell’espressione di piacere negli occhi dolci, a bocca aperta sbavava attraverso il morso fissato dietro il collo.
I due trascorsero il tragitto che li stava portando a casa nel più rigoroso silenzio che li aveva fatti precipitare in uno dei loro più bei momenti di solitudine di coppia. Uno di quei momenti che li avvicinava e li univa in un unico perfetto essere, un preziosissimo bozzolo di seta, che racchiude in ...