1. Scoperta dall'aiutante del bagnino e mi tratta come una ladra puttanella


    Data: 06/01/2023, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: pamyzi1, Fonte: Annunci69

    ... mollette: delle clips di metallo nere, quelle usate in ufficio per tenere insieme documenti o bollette. Le dischiuse e me le applicò ai capezzoli. Sulla bocca aveva un sorriso crudele, il morso del metallo fu repentino e doloroso: emisi un gemito mordendomi le labbra.
    
    - Non ti azzardare ad urlare troietta. Bada bene che se ti scappa un solo grido, chiamo i caramba e finisci in guardina. Hai compreso bene? –
    
    Feci un cenno d'assenso con la testa, mentre gli occhi si appannavano di lacrime.
    
    Il bruciore ai capezzoli si espanse rapido nella carne, spilli incandescenti mi aggredivano il seno e si irradiavano alle ascelle, strinsi i denti.
    
    Raccolse da un angolo ingombro di cianfrusaglie, una valigetta stretta e lunga rivestita di una pelle consunta e bruna, simile a quelle per trasportare strumenti musicali, come un flauto o un clarinetto e la depose sul tavolo.
    
    L'aprì e ne vidi il contenuto: in appositi scomparti stavano i pezzi smontati di una vecchia canna da pesca: l'impugnatura oblunga, rivestita in sughero, un vecchio mulinello, le esche e gli ami. Lateralmente stava il corpo della canna diviso in tre pezzi, i tre fusti, lunghi circa settanta centimetri, erano nudi e privi degli anelli scorrifilo.
    
    Impugnò il fusto terminale della canna, il più sottile dei tre, lo fece vibrare nell'aria con lo schiocco di un frustino: era duro e flessibile con un'estremità assai sottile. Per testarne robustezza ed elasticità lo battè più volte sul palmo della mano.
    
    Un ...
    ... sorriso compiaciuto gli animò lo sguardo: le caratteristiche del materiale dovettero soddisfare l'idea di impiego che aveva in mente.
    
    - Ora metti le mani dietro alla schiena puttanella! –
    
    L'ordine era imperioso: obbedì ancora senza fiatare.
    
    Iniziò con piccoli colpi ripetuti e veloci sui lati delle tette e sui capezzoli stretti nelle morse delle clips, non erano violenti, ma procuravano un calore crescente. Il porco era bravo nel maneggiare la canna come uno staffile, non doveva essere la prima volta che fustigava le tette di una donna.
    
    Il seno, sotto quella sollecitazione, sobbalzava a ogni vergata, ansimavo per il bruciore e la tensione. Sudavo e piccole gocce scivolavano nel solco tra le tette. Passò alle mie spalle, un momento d'attesa poi sentì la canna strinarmi le natiche.
    
    Inarcai la schiena e gemetti per il dolore: colpiva di dritto e rovescio, avrei portato segni incrociati sulle natiche per molti giorni. Scese a fendere l'interno della cosce in prossimità del pube: menava la canna con velocità: ero costretta ad allargare le gambe.
    
    Lui, con perfidia, ne assestava alcuni dal basso verso l'alto: centrava con precisione la fessura palpitante della vagina. Resistere immobile a quei colpi era arduo e tendevo a muovermi: lui, inflessibile, mi ammoniva severo, affinché riprendessi la giusta posizione.
    
    Gemiti spezzati mi sfuggivano dalle labbra, il calore doloroso si faceva intenso, come un onda cocente su tutto il basso ventre.
    
    Uno dei colpì investì con ...