Al concerto
Data: 14/07/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Beinhorn, Fonte: RaccontiMilu
L’assolo di tastiera di Money Mark getta sulla platea assiepata una risacca di accordi da far perdere il contatto con la realtà. Chiudo gli occhi e potrei essere ovunque. Da solo. Il volume alto mi frastorna spingendomi altrove.
Riapro gli occhi e vedo le sagome delle persone intorno e davanti. Ondeggianti. Volute di fumi bluastri si infrangono negli scandagli delle luci sparate ad alzo zero. Riprende il basso di Adam disegnando una melodia ancora più ipnotica e psicotropa. Ho fumato un po’, ma non troppo.
Riconosco le note di The Rat Cage, guardo a ventaglio le facce intorno e, è un attimo, incrocio i suoi.
L’ho già notata prima, al bar. Mi ha sorriso mentre attendevo il mio tonic, lei con i mano un cocktail dalle vaghe note rossastre.Un caschetto scuro, non so dire il colore esatto per via delle luci, mascara, labbra strette. Gli occhi sono invece chiarissimi. Ha le braccia scoperte, una minigonna e calze nere. Mi piace e ricambio il sorriso. Certo che rimanga una cosa così, giusto un attimo di empatia.Invece eccola qui. Saranno una decina di metri quelli che ci separano. Ci guardiamo, sorridiamo. È chiaro che ci piacciamo. Non serve essere dei maghi per capirlo.Faccio spazio tra la gente per raggiungerla. Le nostre mani si toccano mentre i ragazzi riprendono il microfono. È Triple Trouble, ma la mia attenzione è distolta da quello che avviene sul palco, le nostre bocche incollate sono un valido tritacarne per il cervello. Una scossa, la mia mano sulla sua nuca la ...
... tiene premuta su di me. L’assedio degli ormoni esplode contro ogni resistenza al ritmo incalzante della drum machine sul palco. Sono certo che abbiamo una sfera intorno di luci colorate, un campo di forza che allontana gli altri.Mi stacco, le prendo con forza la mano e la porto con me nelle retrovie.La spingo contro il muro tappezzato di moquette nera. Lingue intrecciate e le mani: le sue mi hanno alzato la maglietta e mi torturano la schiena con le unghie affilate. Non perdo tempo nemmeno io. Sotto la gonna mi accorgo che le calze sono delle lunghe autoreggenti. Infilo la mano superando la minima resistenza degli slip. È bagnatissima. Le martorio la fica con indice e medio, il pollice sul clitoride. Mi morde un orecchio. Mi avvinghia con la gamba destra per agevolarmi il compito. Aumento il ritmo. I pezzi dal palco si susseguono veloci. L’odore è solo quello del sesso che esplode senza ritegno. Come il suo orgasmo rapido nel crescere e netto nell’urlarmi un BASTARDO scandito come se volesse regolarne per certo la sillabazione. Sono certo che le sue calze sono intrise di rivoli di umori.“Andiamo da basso” le sussurro.Le prendo nuovamente le mani, ma è solo una formalità. Mi segue docile.Scendiamo le scale, le prime scale che trovo. Scale metalliche che risuonano al ritmo dei nostri passi frenetici. La musica arriva ormai ovattata. Un corridoio di luci neon, alcune lampeggianti. Superiamo i due bagni maleodoranti e rigonfi di varia umanità. Odore di piscio, di erba e vomito.In ...