Il bosco - la nascita di una schiavetta
Data: 27/12/2022,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: ringo00, Fonte: Annunci69
Questo racconto è un lavoro su commissione per una ragazza qui del sito. Buona lettura
Ciao a tutti, sino Valentina, la schiavetta. Oggi vi volevo raccontare la storia di come sono diventata ciò che sono.
Partiamo dal fatto che ero una porcella; avevo diciannove anni, ancora nessun rapporto sessuale consumato che andasse oltre i lavoretti di bocca e per finire il pallino dell'esibizuonismo: mi piaceva tantissimo girare per i boschi con addosso un vestitino striminzito e niente intimo. Di natura sono sempre stata di forme generose, e mi divertivo a metterle bene in mostra: mentre camminavo mostravo il mio burroso fondischiena, le mie grandi tette candide oppure la micina, sempre liscia e sempre bagnata per l'eccitazione e il brivido dell'esibizionismo.
Durante una delle mie passeggiate erotiche nei boschi mi venne all'improvviso lo stimolo di dare pipì; non era mai successo, e sembrava ciò che ci voleva per dare un po' di pepe alla giornata
Mi accovacciai ai piedi di un albero e iniziai a fare pipì, era piacevole sentire il fresco sulla patata. Ma ad un tratto mi resi conto di non essere sola: a poca distanza, un uomo mi fissava intensa, le braccia conserte. Mi punse vaghezza di stuzzucarlo un po', per cui mi voltai verso di lui e allargate bene le gambe mi mostrai nella più erotica delle pisciate, con tanto di piccoli gemiti.
Occhieggiavo ogni tanto il tipo, che restava impassibile, ma un discreto bozzo al suo inguine tradiva un certo interesse. Decisi di ...
... giocare pesante: mi abbassai il davanti del vestitino in modo da scoprire il seno e con una certa sfrontatezza lo esortai ad avvicinarsi e a tirarlo fuori. Sorrisi: i guardoni solitamente si tiravano indietro ma con mia sorpresa lui avanzò verso di me, estraendo dalla patta un cazzo di notevoli dimensioni. Mi si piantò davanti, serissimo in viso. Non potevo fare dietrofront, per cui continuai a provocarlo: Oh, ma che bel cazzone, che gli farei, dicevo, mentre lo accarezzavo con le dita; mi aspettavo una reazione ma niente, sembrava una statua di marmo. Allora posai un bacio sulla cappella rosso scuro e fu allora che iniziò tutto: con un affondo improvviso lui mi infilò tutto quel cazzo in bocca.
"Mmmmmhhh~" feci io.
Mi teneva ferma la testa con la mano, mi aveva in pugno. Anziché provare a scappare o a reagire, mi ritrovai a provare una sensazione davvero strana, era come se mi sentissi nata per quel ruolo. Mi rilassai, e lui allentó un po' la presa e il furioso lavoro di bocca mutó in qualcosa di più dolce e delicato. Per alcuni minuti rimasi in estasi a succhiare, sentendo quel pezzo di carne dura fremere nella mia bocca. Intanto lui giocava con le mie tette, mi tirava un capezzolo mentre premeva l'altro come un bottoncino, oppure tirava entrambi, erano duri come chodi.
A un tratto mi uscì di bocca; ero rammaricata di non avere quel bel ciuccio tra le labbra, ma il divertimento era ben lungi dall'essere finito. Lui mi spinse contro il tronco dell'albero, posizionandosi ...