1. Texan Cousine - racconto erotic horror - parte I


    Data: 13/07/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Feticismo Tabù Autore: Mr_Sessualdo, Fonte: xHamster

    Attenzione, la storia mischia tematiche horror all'erotismo.
    
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    In Texas, per una strada tutta curve che attraversava il deserto tutto cactus e avvoltoi, una macchina a noleggio sfrecciava sull’asfalto verso il tramonto, sollevandosi dietro una nube di polvere. Il noleggio era stato firmato da Matteo e Chiara, due italiani in viaggio di nozze negli Stati Uniti del Sud.
    
    A pranzo, meno di un’ora prima, avevano mangiato un panino all'americana ciascuno: autentici hamburger di manzo cotti alla piastra, ficcati dentro un panino al latte e sesami insieme a insalata e cipolla e cheddar e salsine varie.
    
    A Chiara pizzicava in mezzo alle tette, perché le briciole e le salse erano finite lì dentro. Indossava una di quelle salopette da muratore, e sotto nient'altro che il reggiseno, perché in Texas, a primavera, fa un caldo della miseria, e per questo Matteo aveva un occhio sulla strada e un occhio su tutto quel materiale materno strabordante.
    
    Chiara cercò sotto al sedile la busta del fast-food.
    
    «Vedi di darti una calmata, Chiara – disse Matteo – è tutta la vacanza che mangi quella roba, stai per esplodere dentro la salopette.»
    
    «Mamma mia, che palle Matteo! Sono così buoni questi panini, e poi ci ho fame - replicò Chiara, masticando – è dalla crociera che ho sempre fame, e mi viene un dubbio…»
    
    «Chiara, tu hai sempre fame da quando ti conosco.»
    
    «Ricordi che in crociera lo abbiamo fatto senza protezione, per la prima volta?»
    
    Matteo guardò la ...
    ... mogliettina, col cuore in gola. «Vuoi dire che…»
    
    «E le tette saranno aumentate di almeno una taglia, mi sa che sono incinta…»
    
    Il marito lasciò il volante e si buttò su di lei per abbracciarla. «Oh, ma è fantasti/»
    
    «Matteo, la strada!» strillò Chiara.
    
    Per un frammento di secondo si salvarono dallo schiantarsi su uno scoglio, ma l’auto finì comunque nel deserto e becco in pieno un cactus alto quanto un professionista della NBA, e il motore ruggì e tossì, e si spense, mentre nell’abitacolo saliva il vapore denso come panna.
    
    «Ma che cazzo!» fece Matteo, infuriatosi contro il volante, che prendeva a pugni.
    
    «Matteo… non mi sento molto bene…» fece invece Chiara, le cui bretelle si erano strappate nell’impatto, e ora aveva le tette che pendevano di fuori, capezzoli sudati e sporchi di polvere del deserto.
    
    «Copriti, per favore.»
    
    «Guarda, che iella! Mi sono saltati tutti e due i bottoni!» diceva lei, mentre cercava di tenersi su la salopette, facendo ballare tutto il resto. Matteo fece un paio di nodi ai monconi delle bretelle, ma era certo che, con tutto quel peso da trattenere, sarebbero saltate prima o poi, e le mammelle che lui adorava succhiare sarebbero balzate fuori come due mongolfiere, magari davanti a un affamato vagabondo indiano o a un motociclista che faceva rifornimento alla stazione di servizio.
    
    Il buio che scendeva e la scomparsa di qualunque cosa avesse la parvenza di civile richiamò Matteo dai suoi pensieri piccanti; si misero in cammino, ...
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