IL TUTOR
Data: 19/12/2022,
Categorie:
Voyeur
Masturbazione
Autore: sleeppig, Fonte: xHamster
... strofinamento della mutandina, procurato dal massaggio di Simone.
Avrei dovuto spostarmi, ma la sua mano, calda e sicura, afferrava il mio interno coscia bloccandomi.
Forse ero io a non volermi spostare.
Dopo un bell’attimo, fece riscivolare la mano verso il basso, pennellando la mia coscia, uscendo dalla gonna, per poi risalire sulle mie natiche; con un movimento leggero e rotatorio della mano, cominciò a massaggiarmi il sedere, fino a dargli ancora un’altra decisa strizzata, dal basso verso l’alto, mentre le sue dita, affondando, mi premevano sui genitali.
Mi sentii penetrare in entrambi i pertugi.
Poi la distolse e lentamente si alzò, mi sorrise, e se ne andò alla sua scrivania.
Io rimasi lì, impalata, senza parole, forse anche perché non avevo più un filo di voce.
Presi le mie cose, salutai e, tutta tremolante, me ne andai.
Mi girava la testa dallo stordimento che mi procurò quella situazione.
La mia faccia scottava.
Il sangue ribolliva nelle mie vene e affluiva al mio cervello ad un temperatura troppo elevata per permettergli un corretto funzionamento; non riuscivo a riordinare le idee, ero intontita e confusa.
Andai direttamente nel mio appartamento, evitai di andare in piscina.
Ero eccitatissima.
Non avrei mai pensato che una palpata potesse essere così profonda, intensa.
Mi feci subito una doccia. Solo doccia. Volevo godermi quello stato di eccitazione sino alla sera, quando poi, con la sua virtuale compagnia, avrei sfogato ...
... tutta la mia libido.
Mi asciugai, mi misi panni comodi e ripresi a pensare.
Voleva veramente scoparmi?
Ed io, ci sarei veramente stata?
Beh, alla seconda domanda la risposta fu immediata e scontata.
Se ci fosse stata una occasione, certo non me la sarei lasciata sfuggire.
Magari non l’avrei cercata, ma neanche evitata!
Sulla prima domanda, invece, tornai ridondante sui mille quesiti che già mi ero fatta, ed ai quali non ero ancora riuscita a dare una probabile e corretta risposta.
Poteva essere un si, ma non ne avevo l’estrema certezza.
Magari voleva solo giocare con me, voleva stuzzicarmi.
In quel momento pensai ancora ai rumori uditi la sera prima, riconducibili a qualche spostamento di mobilio.
Andai in camera e guardai la parete con il letto.
Una parete di circa tre metri, un grande quadro che rappresentava una distesa coltivata a grano, come se quello fuori non bastasse, ed il letto.
In assenza di ulteriori elementi, mi concentrai sulla struttura del letto, cercando di immaginare cosa potesse essere successo nell’altra stanza, cosa avesse potuto generare l’aumento di rumori, di vibrazioni.
Il mio letto era piuttosto essenziale, un bordo perimetrale in legno ed una testiera alquanto semplice, sempre il legno, composta da due tavole orizzontali, distanziate l’una dall’altra da uno spazio di circa una spanna; più volte, dormendo, avevo insultato quel Designer che, progettandolo, non aveva pensato di porre la prima tavola di quella ...