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Marta – Epilogo
Data: 19/12/2022, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: Claudio78, Fonte: RaccontiMilu
... come un palloncino e cominciai a vagare tra le nuvole. “Quanto puoi restare?”, le chiesi, consapevole che non avevamo tutto il tempo del mondo. Prendendosi ancora qualche secondo per succhiarmelo, si staccò e mi guardò negli occhi. “Abbiamo tutta la notte se vuoi, posso dormire qui”. Capendo quanto quelle parole mi avessero reso felice, mi baciò e per un tempo infinito non facemmo che baciarci abbracciati l’uno all’altra. Quando capii che la voglia di scoparla era troppa, la presi in braccio e la portai verso la camera da letto. Ed in quel tragitto capii che in realtà non volevo scoparla: volevo fare l’amore con lei. La deposi sul letto e lei immediatamente si tolse la gonna di jeans restando davanti a me con un minuscolo perizoma rosa. “Mi vuoi così o lo tolgo?”, chiese. “Tienilo, ci penso io dopo”, le risposi tornando a sdraiarmi su di lei ed a baciarla. Fu lei ad un certo punto a dirmi “Leccamela” e se fosse stato possibile avrei giurato che il mio cazzo in quel momento fosse diventato ancora più duro. Scivolai con la bocca tra le sue gambe, scostai la stoffa del perizoma e mi trovai nuovamente (finalmente) a leccarla ed a bearmi del suo odore. All’azione della lingua unii quella del medio e poi anche dell’anulare che infilavo e ritraevo dentro di lei. Continuai ben lieto di proseguire qualcosa che avrei volentieri portato avanti per ore, finché non fu lei a dirmi di volermi sentire dentro. “Entra così come sei – mi disse – Stai tranquillo, non voglio sorprese, so quel che ...
... faccio”. Mi sorrise ed un attimo dopo mi trovai ad assaporare ogni millimetro della penetrazione che desideravo da mesi. Non appena fui dentro di lei, sentii le sue gambe chiudersi intorno a me per spingere il più possibile il suo bacino verso il mio, come se la penetrazione potesse diventare una compenetrazione reciproca dei nostri corpi. Dopo poco lei iniziò ad incitarmi, sempre di più, con sempre maggior foga, fino ad uno strozzato “sììììììì”, che se non fossi stato condizionato dall’ambiente avrebbe sicuramente portato anche me all’orgasmo. Trovarmi, infatti, nella stanza in cui ero circondato da foto della mia famiglia non mi aiutava ma ebbe comunque un effetto positivo, ritardandomi l’eiaculazione. “Girati”, le dissi. Lei eseguì e si mise a pancia in giù. Era uno spettacolo indescrivibile per quanto stupendo. Palpai per qualche secondo le sue natiche, poi le aprii e tornai nuovamente dentro di lei. Mantenemmo quella posizione per un po’, finché, accarezzando la sua treccia non mi rovai a stringerla. “Vuoi che mi tiri su?”, chiese. Il mio assenso arrivò in automatico. Iniziai a prenderla a pecorina tenendole la treccia con una mano. Non la tiravo, non volevo farle male, ma mi piaceva. Assestai qualche sculaccione che lasciò un’impronta decisa sulla sua carnagione chiara, finché finalmente mi liberai dentro di lei. Eravamo sudati, eccitati, felici. Io temevo sempre di più di essere innamorato. Marta andò in bagno a lavarsi, poi ci alzammo, ancora nudi, tornammo in cucina ...