1. Le due taccheggiatrici – Capitolo 1 – “Glicine”


    Data: 11/12/2022, Categorie: Lesbo Gay / Bisex Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... Marianna si premurava di suggere con voracità, una specie di gradita ricompensa per le sue capacità nell’ars amatoria.
    
    Le gambe ben tornite di Francesca cominciarono a tremare accompagnate dal gemere della ragazza sempre più forte e concitato, le sue braccia che parevano avere vita propria stringere i seni, improvvisamente la schiena arcuarsi e, sotto lo sguardo in parte stupefatto ed in parte soddisfatto di Marianna, la mora ricadde su un fianco, con un profondo respiro e poi senza più muoversi.Marianna si spostò una ciocca di capelli che le era caduta sull’incantevole viso, poi si tirò su, lungo il letto, fino a mettersi a fianco all’amica. Le appoggiò una mano su una spalla, la pelle che scottava ed il fiato appena percettibile. Rivoli di sudore avevano cominciato a scendere lungo la schiena della fanciulla, che sembrava essersi addormentata. La bionda, che iniziava a preoccuparsi, posò con delicatezza un paio di dita sul collo dell’amica: percepire il battito del cuore, seppure debole dopo l’orgasmo che l’aveva colpita, la rassicurò.
    
    – Eh, ho capito che fai finta di esserti addormentata per non leccarla a me, vero? – esclamò tra il serio ed il faceto, alzandosi dopo qualche secondo e, ancora nuda, si affacciò alla finestra sulla stretta via in cui abitava Francesca. Si godette il calore del sole che scaldava il suo seno ed il suo viso, inspirando il profumo intenso del glicine che cresceva e si estendeva su un pergolato sotto la finestra, bloccando la vista sulla ...
    ... strada che correva tra case ancora in pietra e altre ristrutturate, nella vecchia contrada che si abbarbicava su un terrazzo naturale che dava sulla stretta valle. Il cuore di Marianna si riempiva sempre di gioia a quella vista, nel pensare in che luoghi meravigliosi aveva la fortuna di vivere. Non potevano avere tutte le comodità delle città, durante l’inverno si presentava sempre qualche problema per il ghiaccio e la neve, ma la tranquillità, la pace, la natura… Non li avrebbe cambiati per nulla al mondo.
    
    E mentre era lì, persa tra le sue montagne e la sua valle, il suo fiato si mozzò quando una mano le si appoggiò sul seno e soprattutto qualcosa le penetrò nell’ano. Solo allora si accorse che Francesca si era ripresa e l’aveva presa letteralmente da dietro.
    
    – Quando vedo il tuo culo, – le sussurrò all’orecchio la mora, – vorrei avere un cazzo grosso come quello che si vedono nei porno per sfondartelo dopo averti gettata su un letto e averti tenuto la testa ferma con una mano.
    
    – Cosa? – domandò Marianna, sconcertata. – Sono vergine di culo, non… non l’ho mai dato.
    
    Francesca fece uscire un po’ il dito, per poi rinfilarlo dentro con un po’ di forza, facendo sussultare l’amante. – Meglio ancora: io sopra di te e tu sotto che urli, implorandomi di smettere ma io no, dentro a spingere fino a sborrare un litro di sperma nel tuo culo, e poi a godere mentre ti scivola fuori da un buco grosso come una bottiglia.
    
    – Non… non mi attrae affatto il sesso anale. – disse ...