Ti desidero ancora
Data: 11/07/2018,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Gay / Bisex
Autore: Bollentispiriti, Fonte: RaccontiMilu
Ti desidero ancora, l’ammetto. Volevo farti visita da tempo, ma non mi risolvevo. Anche oggi, nonostante l’avessi deciso, all’improvviso ho titubato. Non sapevo più se venire direttamente o preannunziarmi con una telefonata, un sms, un whatsapp. Ho girovagato a lungo intorno a casa tua. Poi, preso da una smania improvvisa, ho premuto il tasto, quasi senza accorgermene. Hai risposto quasi subito, mentre, trasalendo, già pensavo di scappare, prima che rispondessi. Ho farfugliato velocemente il mio nome e ti ho chiesto se potevo salire. “Sì, certo. – non sembravi sorpreso – Sali.”
Sono qui, davanti a te; indossi solo un perizoma. Mi porgi le labbra. Arrossisco e ci scambiamo due baci sulle guance. “Vieni…” mi prendi la mano e mi esorti a percorrere il brevissimo spazio dalla porta d’ingresso alla camera da letto. Mi spoglio lentamente, ammirato dalla sinfonia di fasci muscolari che adornano il tuo corpo giovanile. “Vuoi un porno etero o trans?” – mi offri la scelta dei filmini. “Per me…! Quel che vuoi. Anzi, no. Trans, forse è meglio.” – ti ho risposto senza sapere perché. Poi t’ho chiesto:”Hai della musica classica, invece?” “No, mi spiace, ma devo prendere qualcosina perché diversa gente me la chiede.” – e così mi sono sentito infilato in una schiera di amanti … della musica che si dilettano del tuo corpo. Certo non ne ero granché soddisfatto, ma, tant’è!.
Già, dimenticavo: non lo fai per affetto, ma per professione. Il bello di fare l’amore con te è che non ti tiri ...
... indietro come fanno le puttane. Quelle sono suscettibili; devi stare attento. Non puoi assumere in bocca le mammelle. Sembra che siano di cristallo, di più: sacre! Non puoi giocare con i capezzoli senza rischiare un manrovescio. Non puoi profanarle da dietro se no ti arriva un urlaccio: “Non le faccio quelle porcherie!” – quelle no, ma il resto sì! – “No, solo in bocca col guanto e poi in fica.” Te lo costringono in quella fessa slabbrata dai troppi coiti e devi sborrare in fretta, sennò sbuffano e guardano l’ora come se stessero per perdere il treno. Puttane stronze!
Mi hai intrattenuto un’ora sul letto, ieri, e poi ti sei attardato a parlare con me, chiedendomi quale autore di musica classica preferissi. Ti ho dettato: “Chopin e Debussy.”. Lettera per lettera hai preso nota. T’ho consigliato anche dove trovare delle edizioni più vecchie e meno costose di quelle recenti. Mi hai ringraziato come a un vecchio amico. E, forse, a ragione, lo sono diventato. In confidenza, m’hai parlato d’una zia ottantenne che vive in una città del nord. Una professoressa di lettere. Insegnava latino e greco. La vai a trovare in agosto e approfitti per una visita al Santo Patrono della città. Forse per implorarne la protezione, ho pensato. Solo più tardi ho scoperto che, invece, andavi a trovare un frate. Guida spirituale, ho ritenuto; invece, poi, mi hai spiegato che andavi per farlo divertire, per farlo sfogare. Non ho approfondito.
Sei molto dolce quando baci, delicato, non invadente. T’ho ...