La suocera – 3
Data: 30/11/2022,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Incesti
Autoerotismo
Voyeur
Autore: Effebi, Fonte: RaccontiMilu
“Mandane un’altra, ho molto apprezzato”
Restai pietrificato.
Per un attimo fermiamo la narrazione, per rendere conto del momento di riflessione dell’autore. Sicuramente mi passavano in testa molte implicazioni, qualsiasi fosse stata la risposta a quel messaggio, ma soprattutto avevo in testa un bel po’ di domande cui non sapevo dare risposta:
1) Come cazzo lo dico a mia moglie? (ricordo che noi ci siamo detti tutto sempre)
2) Com’è possibile che una simpatica e compita suocera vedova d’un tratto si trasformi in una voyeur assetata di sborra?
3) Come diavolo dovrei raccontare questa storia a mia moglie? (si, l’ho scritto prima, ma non vi prenderebbe un po’ di ansia in questa vicenda?)
4) Perché al mio cazzo sembra proprio non fregare nulla dell’implicazione morale di questa vicenda?
5) Come cazzo lo dico a mia moglie???
Ok, ero entrato nel pallone. Per un attimo avevo vacillato e non sapevo quanto avrei potuto portare avanti questa storia. Insomma, si, ero eccitato come un bue muschiato, le avrei mandato la “performance” al volo, ma a che prezzo?
Mi presi di coraggio.
“Francesca… mi fa piacere che tu abbia gradito. Io però devo ammettere di essere molto in imbarazzo nella situazione. Ecco, come lo dico poi a Lara?”
Scrissi il messaggio, indugiai ancora un attimo per mandarlo, mentre i miei due cervelli entravano in conflitto e si davano vicendevolmente del “coglione”. Schiacciai invio.
Mi sembrò passasse un tempo infinito. Poi vibrò il ...
... telefono.
“Credo tu abbia ragione. Forse mi sono lasciata un po’ troppo trasportare. Sai, ad una certa età è forse più facile tornare ragazzini, con una… terapia d’urto così. Mi dispiace per averti messo in difficoltà, non accadrà ancora, promesso”
Il tono dimesso mi dispiacque un po’, ma a quel punto non volevo tornare indietro. Amo mia moglie e non mi sarebbe piaciuto spiegare che mandavo foto del mio attrezzo anche a sua madre e che sua madre gradiva alquanto. Ad ogni modo volevo lasciarle un po’ di respiro. Insomma, siamo tutti fatti di carne!
“Non devi dispiacerti Francesca. Credo che se mi fossi trovato in una situazione simile alla tua avrei reagito non diversamente da come tu hai fatto. Non c’è nulla di male nell’essere un po’… curiosi e volersi sentire ancora vivi! Se c’è qualcosa che posso fare per te, lo sai sono disponibile. Il té arriva intanto :D”
Mi apprestai con un vassoio, delle fette biscottate e, come a sotterrare l’ascia di guerra (o l’asta, che ancora pulsava oscenamente e continuava a protestare di volersi liberare) andai in giardino e staccai un fiore che appoggiai nel vassoio. Bussai davanti alla porta della camera di mia suocera e feci per allontanarmi dopo aver poggiato il vassoio, tenendomi a debita distanza, come al solito, nell’attesa del dannato tampone.
Lei aprì la porta in camicia da notte, con un vedo – non vedo che per un attimo mi sconvolse. Nonostante l’età, il seno, seppur un po’ caduto, aveva una bella forma e dalla camicia si ...