Jotaro, il mio amore giapponese - Capitolo 7
Data: 10/07/2018,
Categorie:
Anale
Masturbazione
Gay / Bisex
Autore: aramis45, Fonte: xHamster
... che ebbe una discussione con lo zio e Roby filò dritto per il resto dell’estate. Quando lo zio Gianni incontrò Jotaro, capì immediatamente che noi due eravamo innamorati. Avevamo paura che lo raccontasse. Lui ci disse più tardi che aveva degli amici gay.
Lo zio era etero e non approvava, ma rispettava la nostra decisione di stare insieme. Approvò Jotaro e questo mi fece felice. Se fosse stato un altro tipo di ragazzo, penso che mi avrebbe detto di lasciar perdere rapidamente. Non avevo idea di cosa avesse visto in Jotaro, ma apparentemente gli piaceva molto e ne ero contento.
Fummo davvero occupati dopo l’arrivo di zio Gianni. Tra lui, io, Roby e Jotaro (lui ci aiutava quando poteva), e la casa, il giardino ed il cortile tornarono rapidamente in forma. Jotaro ed io riuscimmo a fare qualche sveltina qua e là, io che gli succhiavo il cazzo nel capanno degli attrezzi, lui che succhiava il mio nel camper, io che gli davo il sedere in bagno e lui che me lo dava in camera da letto. Quelli erano momenti eccitanti, la possibilità di essere sorpresi era alta, ma era quello che rendeva la cosa più eccitante. C’è da chiedersi come mai non fummo scoperti.
La settimana del matrimonio arrivò il resto dei parenti. Io ero felice di vederli e presentai loro Jotaro. Mio nonno Enrico (il padre di mio papà), ci prese da parte e ci diede la sua approvazione. Anche zio Luciano indovinò, ma tenne per sé i suoi pensieri.
La casa stava diventando piuttosto piena, così Jotaro offrì di ...
... farmi stare da lui in modo che gli altri potessero usare la camera da letto che mio fratello ed io dividevamo. Era già stato deciso che alcuni di loro sarebbero stati in albergo.
Io avevo una sensazione molto forte dentro di me che qualche cosa stava per accadere a Jotaro e me. Sentivo qualche cosa profondamente dentro di me e finalmente mi resi conto di cosa era. Era il bisogno ed il desiderio di rendere speciale il legame tra di noi. Andai a cercare e trovai un anello d’oro, naturalmente solo uno, nulla di veramente elegante, e lo comprai. Vi feci mettere le nostre iniziali. Lo tenni in tasca la mattina del matrimonio. Dovevamo andare in chiesa per le ultime cose tre ore prima. Dopo aver finito ci mettemmo ad ammirare la facciata della chiesa. I raggi del sole mattutino attraverso i vetri colorati creavano un effetto arcobaleno. Allora feci la mia mossa.
“Jotaro, ti devo chiedere una cosa.” Dissi nervosamente.
“Cosa, amore?” Chiese.
Presi la sua mano e lo condussi sui gradini guardandomi intorno per vedere se c’era qualcuno. Presi l’anello dalla tasca.
“Jotaro, io ti amo tanto. Tu sei tutto per me. Tu mi completi. Tu mi hai fatto felice. Tu mi hai insegnato tanto. Vuoi essere…mio?” Bisbigliai mentre facevo scivolare l'anello sul suo dito.
Lui mi guardò con le lacrime agli occhi: “Sì.”
E anche lui fece scivolare un anello sul mio dito: “Io prometto di amarti ed occuparmi di te per sempre.”
Ci baciammo, il tempo si arrestò e diventammo una cosa sola.
Il ...