1. Svanire in segretezza


    Data: 31/01/2018, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... innumerevoli frequentazioni sempre meno occasionali, ho superato quel bancone per la prima volta.
    
    Tu non mi guardavi, io ero sempre più vicino, fino a quando i nostri respiri si sono mescolati, fino a quando io t’ho spinto dolcemente al muro per guardarti quegli occhi chiari come il cielo, per avvicinare le mie labbra alle tue e spingere delicatamente la lingua dentro la tua bocca. Ricordo ancora perfettamente che, come questa notte, le mie mani avevano cominciato a scendere giù lungo le pieghe del tuo vestito per cercare un varco per sfiorare la tua carne, per toccarla e per stringerla. Tu mi dicevi di stare attento, perché poteva entrare qualche cliente, io t’ho preso in braccio per portati nel retro, poi ho strappato i bottoni del tuo grembiule e mi sono insinuato tra i tuoi seni grandi e sodi. Tu m’hai lasciato placidamente fare, per poi fingere di respingermi e di cacciarmi lontano da te, tuttavia non avevi la forza, dato che il palmo della tua mano si &egrave fermato sul mio petto quasi a voler sentire il cuore che mi batteva velocemente, così mentre stavi diventando mia ti sei appoggiata dolcemente alla mia spalla ansimando sempre di più, perché le mie mani imparavano a conoscere le tue curve. Tu ti negavi issando il dorso, affinché io potessi agevolmente imbottirmi dei tue sode chiappe, ...
    ... ragion d’essere proprio in quella speciale ricorrenza io t’ho strappato di dosso gli slip e i collant, mentre il tuo rossetto mi lasciava tracce tangibili sul collo, sulle braccia e sul petto.
    
    Tu hai aperto la bocca smettendo di respirare quando io ti ho toccato il pube coperto da un ciuffo caldo e morbido che mi ha fatto scivolare la mano più giù fin dentro di te, fino a quando ci siamo trovati per terra nudi in mezzo ai nostri vestiti. Lì io t’ho allargato le braccia, poi le gambe e sono sceso con la lingua fino all’ombelico, tu rabbrividivi, io t’ho stretto più forte a me fino a quando un fuoco umido m’ha fatto capire che stavo spingendo con forza dentro di te. Non so come né per quanto tempo, successivamente ci siamo rivestiti con una punta d’imbarazzo e con uno stupido sorriso stampato tra le labbra, dopo io t’ho morsicato la punta del capezzolo e t’ho infilato lentamente le mutandine, fino a quando il pelo rosso non si &egrave nascosto timidamente dietro il pizzo nero.
    
    Quel giorno sei stata interamente mia e da allora vai e vieni nella mia vita, di continuo, con la golosità e la squisitezza della passione che pretende e reclama d’essere appagata, per poi scomparire ed eclissarsi in silenzio nel buio pesto della notte. Adesso però che non ci sei più, già ti detesto.
    
    {Idraulico anno 1999} 
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