Scambio Culturale – Capitolo 1 – L’arrivo
Data: 06/07/2018,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: Bazinga89, Fonte: RaccontiMilu
... e persino di muovermi. Il mio cazzo reagisce istantaneamente gonfiandomi la patta e non mi accorgo di avere la bocca aperta, sconcertato da cotanta bellezza. Rimango in quel limbo per circa 30 secondi, finché Gabrielle non alza gli occhi ed incontra i miei, nel riflesso. Salto dallo spavento, ma rimango immobile. Tremendamente in colpa. Spaventato dalle conseguenze. E accade l’impossibile.
Sembra succedere tutto al rallentatore. Mi sorride con quella sua bocca fina e scavalla le gambe, tenendole strette quasi a volersi coprire. Comincia a far correre l’indice della mano destra lungo tutto il corpo, partendo dall’ombelico e salendo verso le tette. Dio, le tette. Perfette. Piene. Toniche. Un paio di lenti giri intorno al capezzolo sinistro e poi su, verso la bocca. Il ditino si fa strada fra le labbra, le schiude, rende quel sorriso tremendamente eccitante e mi regala un brivido. Le gambe si aprono, lentamente, fino a divaricarsi ed a schiudere le altre sue labbra, quelle della fica, così attraente, ipnotica, perfetta nella sua stranezza. Un clitoride timido fa capolino sulla cima, accarezzato da una leggera peluria ai lati che corre lungo tutte le labbra. La forma è quella del più bel fiore del Mondo. La voglio. Il mio cazzo è sul punto di scoppiare quando decide di togliersi il dito dalla bocca e cominciare a farlo scendere giù…attraverso il suo corpo, incatenandomi nella sua traiettoria. Supera l’ombelico, una leggera striscia di saliva a tracciare il percorso dietro ...
... di se. Lo seguo scendere, è ad un centimetro dalla sua fica, lucida di umori…al sapore di sesso…oscenamente aperta a me…
“RAGAZZI, LA CENA!!“
Succede tutto in fretta. Lei si alza di scatto e mi viene contro. Io indietreggio, impaurito, non ragiono, non so che fare. “Io..n-non..“. Non mi calcola nemmeno. Mi supera di slancio, attraversa il corridoio e si chiude in camera. Probabilmente per vestirsi. Ci rimango male, ma mi aiuta a riprendermi.
Scendo le scale lentamente, per dar modo all’erezione di scomparire, ma non funziona. Le immagini delle sue tette e della sua fica continuano a rimbalzarmi in testa, ossessionandomi. Mi scuso per il ritardo coi miei e mi siedo a tavola, avvertendoli che Gabrielle sarebbe scesa a momenti. Così è.
Com’è tradizione il posto di fronte a me è quello riservato agli ospiti, perciò me la ritrovo seduta a mezzo metro, con il suo sorriso, la sua faccia pulita, come se non fosse successo niente. Comincia a chiaccherare con i miei in quel suo italiano stentato e mi dà modo di estraniarmi dalla conversazione per metabolizzare l’ultima infornata di eventi. Sto per attaccare i contorni, quando sento qualcosa premere sul mio pacco. Abbasso gli occhi. E’ il suo piede. E’ scalzo. Si dev’essere sfilata la scarpa proprio per poterlo appoggiare lì, dove non posso ignorarlo. La guardo ma lei mi ignora e intanto il piede comincia il suo lento lavoro, protetto da una sottile calza nera che lo fascia stretto. Lì per lì non ci credo, ma ben presto la ...